Caro don Giovanni, da anni seguo volentieri i suoi interventi domenicali nella rubrica del Resto del Carlino. Io sono il tipo del classico lettore del Carlino: benpensante., moderato, e, per quello che riguarda la fede, inquadrato nella chiesa e quindi sposato in chiesa con famiglia regolare. Qualche volta mia moglie mi porta a messa e io ci vado come quando mi ci portava mia madre. Ammiro la sua fede che mi sembra tanto profonda da guardare tutto con serenit. Ma io non mi sento credente. Ci penso poco, ma davanti a tante cose della vita mi sembra di essere solo pieno di dubbi. Per questo mi danno noia i cristiani troppo sicuri e faccio fatica a accettare, anzi non le accetto, le dichiarazioni troppo sicure di capire tutto. Per non so come farei senza la fede di mia moglie che ha una fede che assomiglia alla sua, mi pare. Va a finire che preferisco non pensare molto a queste cose. Allora penso che mi basta fidarmi di persone come don Giovanni e come mia moglie. La saluto con amicizia. Messaggio firmato

Caro amico, le rispondo il tre di luglio, festa di S.Tommaso, l’Apostolo che tutti conoscono per la fatica e la bellezza della sua fede. E con lui vengo a rispondere alle sue belle parole. Non sono sicuro che la sua descrzione del “tipico” lettore del Carlino sia cos sicura, cos come non sono affatto sicuro che quello che lei dice della mia fede corrisponda alla realt Come vede, anch’io sono pieno di dubbi! Ed a proposito del dubbio che le dico di una “correzione” che la nuova edizione della Bibbia porta a proposito di un versetto del Vangelo secondo Matteo. La precedente versione diceva che quando i discepoli vedono il Signore risorto “gli si prostrarono innanzi; alcuni per dubitavano”. C’erano “dubbi” su quella traduzione, e infatti nella versione nuova si legge che “si prostrarono. Essi per dubitarono”. Non solo alcuni, ma tutti, tutto il collegio aspostolico ha dubitato! E quindi dico a lei e ai suoi dubbi: quanto vero che fede vuol dire certezza e certezze? Mi sembra che se mai bisogna pensare che il dubbio l’inevitabile compagno della fede. Anche quando il dono della fede grande e luminoso, semplice e profondo. Anche quando Dio mi dona di abbandonarmi in pace alla luce della risurrezione di Ges: proprio allora devo prendere atto che proprio la fede a chiamare accanto a s il dubbio. Dubbio su tutte le mie certezze, sulle definizioni che ho gi dato a tutto. Sulle mie presunte certezze che rischiavano di farmi sentire “gi arrivato”. E’ proprio la fede a costringermi alla ripresa incessante di un cammino verso la verit tutta intera, un cammino sino alla fine. Una ricerca che non mai l’ultimo atto n la vittoria finale. Un orizzonte sempre pi vasto e luminoso, che mi fa consapevole d’essere sempre pi piccolo davanti al dono di Dio. Buona Domenica. d.Giovanni