16 Il Signore disse a Mosè: «Radunami settanta uomini tra gli anziani d’Israele, conosciuti da te come anziani del popolo e come loro scribi, conducili alla tenda del convegno; vi si presentino con te. 17 Io scenderò e lì parlerò con te; toglierò dello spirito che è su di te e lo porrò su di loro, e porteranno insieme a te il carico del popolo e tu non lo porterai più da solo.
18 Dirai al popolo: “Santificatevi per domani e mangerete carne, perché avete pianto agli orecchi del Signore, dicendo: Chi ci darà da mangiare carne? Stavamo così bene in Egitto! Ebbene, il Signore vi darà carne e voi ne mangerete. 19 Ne mangerete non per un giorno, non per due giorni, non per cinque giorni, non per dieci giorni, non per venti giorni, 20 ma per un mese intero, finché vi esca dalle narici e vi venga a nausea, perché avete respinto il Signore che è in mezzo a voi e avete pianto davanti a lui, dicendo: Perché siamo usciti dall’Egitto?”».
21 Mosè disse: «Questo popolo, in mezzo al quale mi trovo, conta seicentomila adulti e tu dici: “Io darò loro la carne e ne mangeranno per un mese intero!”. 22 Si sgozzeranno per loro greggi e armenti in modo che ne abbiano abbastanza? O si raduneranno per loro tutti i pesci del mare, in modo che ne abbiano abbastanza?». 23 Il Signore rispose a Mosè: «Il braccio del Signore è forse raccorciato? Ora vedrai se ti accadrà o no quello che ti ho detto».
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Non ho tempo di riflettere perché devo andare all’ospedale, dove mia figlia EMANUELA (amica e compagna di università di Andrea) ha dato alla luce due gemelli: Simone e Davide. – Voglio però sottolineare una frase del testo odierno che è di una grande bellezza e che dovremmo ripeterci ogni tanto: “Il braccio del Signore è forse racciorciato?” (v. 23). NO, proprio non si è raccorciato, anzi è un braccio che si tende sempre per donare, per arricchirci…, con una mano che ha cura di noi con tenerezza e premura. Grazie, Signore…
Merita grande attenzione l’intreccio tra le due parti del testo: il peccato del popolo e la debolezza di Mosè che porta Dio a dilatare il dono del suo Spirito sui settanta anziani che sosterranno Mosè nella sua guida dei figli di Israele. La storia sembra non cessare di essere storia della salvezza anche quando attraversa l’infedeltà e il peccato.
La tradizione ebraica si chiede chi siano questi anziani e li pone in relazione a quelli che nell’Esodo vengono citati durante le traversie della prigionìa in Egitto (Esodo 5). La stessa tradizione osserva che essi devono essere presentati “con” Mosè, e che Dio scenderà e parlerà “con” Mosè. Sembra cioè che il dono che gli anziani ricevono sia una dilatazione dell’unico dono e dell’unica relazione tra Dio e Mosè. Essi quindi non avrebbero un loro potere e un loro compito se non relativamente al compito di Mosè stesso. Per questo è in modo forte che va intesa l’espressione “porteranno insieme a te…” del ver.17. Ed è molto bella la spiegazione che viene data dalla tradizione ebraica circa il dono dello Spirito: è come quando con la fiamma della “Menorà” si accendono le altre luci, e la luce si moltiplica senza che diminuisca quella da cui tale dilatazione proviene. E’ un passaggio di alta profezia, dove si annuncia che l’unica elezione e l’unica missione divina si dilaterà! Nella pienezza dei tempi, in Gesù, l’intero popolo sarà profetico, regale e sacerdotale.
Ed ecco la punizione del popolo per la sua mormorazione. Invece di lasciarlo senza quello che chiede, essi l’avranno fino alla nausea! Mi sembra un richiamo alla vicenda della manna, quando disobbediscono al Signore raccogliendo non secondo i tempi e le misure stabilite, ma accumulando. Qui saranno “ingozzati” sino alla nausea di quello che hanno preteso al di fuori del nutrimento stabilito dal Signore. In questi vers.18-20 la caduta di fede del popolo arriva al suo apice: al ver.18 essi dicono: Stavamo così bene in Egitto! e, ancor più drammaticamente, si chiedono: Perchè siamo usciti dall’Egitto? Si può perdere in modo totale il senso di tutta la storia della nostra salvezza! Mi viene alla mente l’oblìo totale di Adamo quando a proposito della donna, in Genesi 3, la cita come colei “che Tu – Dio – mi hai data”! Come se lui Adamo non l’avesse desiderata e non avesse trovato in lei la sua pace. Come sappiamo bene, tutto questo è assolutamente reale nella nostra vicenda personale e collettiva!
I vers.21-23 riferiscono di un dubbio e di un’obiezione di Mosè, che ci ricorda l’obiezione dei discepoli nei confronti di Gesù davanti alla prospettiva di nutrire con pochi pani una grande folla.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.