6 Mentre Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone il lebbroso, 7 gli si avvicinò una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre egli stava a tavola. 8 I discepoli, vedendo ciò, si sdegnarono e dissero: «Perché questo spreco? 9 Si poteva venderlo per molto denaro e darlo ai poveri!». 10 Ma Gesù se ne accorse e disse loro: «Perché infastidite questa donna? Ella ha compiuto un’azione buona verso di me. 11 I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me. 12 Versando questo profumo sul mio corpo, lei lo ha fatto in vista della mia sepoltura. 13 In verità io vi dico: dovunque sarà annunciato questo Vangelo, nel mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche ciò che ella ha fatto».
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Se ne avete il tempo, non perdete l’occasione di incontrarvi con i testi di Luca 7,36-50 e di Giovanni 12,1-8 che collocano questa memoria evangelica in occasioni e modalità particolari e preziose che ci aiutano ad entrare meglio in questo testo prezioso. Il brano che oggi ci è donato per la nostra preghiera e per il volto della nostra giornata, con il suo parallelo in Marco 14,3-9, lo accolgo come una segreta e mirabile immagine nuziale che accompagna la passione di Gesù da qui fino alla sua sepoltura come Egli stesso dice al ver.12. E ancor più! Il gesto di questa donna sarà ricordato “dovunque sarà annunciato questo Vangelo”(ver.13). Mi sembra che l’episodio voglia porre sulla solitaria vicenda della Pasqua di Gesù che lo vedrà abbandonato e solo in modo drammatico, una nota nuziale, un segno di partecipazione, quasi il mistero di un’umanità povera e ferita che si unisce, accompagna e onora con le sue sofferenze il cammino di Gesù verso la Croce, e la sua morte d’amore. Un’invisibile comunità dei poveri, dei piccoli, degli ultimi…che gli è accanto e lo ama.
Questo mette in evidenza il limite e forse anche l’impurità dello sdegno dei discepoli, che danno un’interpretazione esclusivamente monetaria all’amore per i poveri (vers.9-10), mentre il gesto della donna verso Gesù, rivelato in quel momento come il “Povero”, fa scaturire l’amore per i poveri dalla comunione d’amore con Colui che si è fatto povero per noi fino alla Croce. Il Vangelo predicato nel mondo intero custodirà preziosamente l’annuncio di questo incontro d’amore dal quale trarre tutta la carità verso i più piccoli dei fratelli del Signore.
Se vale tale ipotesi di lettura del nostro brano, la donna, “versando questo profumo sul corpo” di Gesù, celebra il vincolo nuziale che ci unisce tutti a Lui e che è fonte perenne di comunione con i poveri del Signore e tra noi tutti.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Siamo in casa di Simone. Egli, in quanto lebbroso, non può accedere al Tempio, non può entrare in relazione con Dio. Eppure, proprio lui, un emarginato, un escluso, accoglie in casa sua il Signore e sta in intima convivialità con Lui. – L’episodio si svolge a Betania, sul Monte degli ulivi, separata oggi da Gerusalemme dal muro costruito dagli israeliani. “Betania” significa “casa del povero”. La comunità di Gesù, rappresentata qui dal convito in casa di Simone, è basata sulla condivisione, l’unico modo per permettere al povero di trovare dignità e aiuto materiale. Lo “spreco” (che i discepoli non hanno ancora digerito) è in realtà quel dono di sè, quel perdere la propria vita…, per ritrovarla in piena e perfetta realizzazione.