1 Terminati tutti questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli: 2 «Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua e il Figlio dell’uomo sarà consegnato per essere crocifisso». 3 Allora i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, 4 e tennero consiglio per catturare Gesù con un inganno e farlo morire. 5 Dicevano però: «Non durante la festa, perché non avvenga una rivolta fra il popolo».
Seleziona Pagina
Entriamo oggi nella grande memoria della Pasqua di Gesù. Questo ingresso è particolarmente forte in Matteo e in questi primi versetti del cap.26 che Dio regala alla nostra preghiera e alla nostra vita.
Ascoltiamo dal ver.1 che Gesù ha “terminati tutti questi discorsi”. E’ impressionante la versione latina che rende “terminati” con “consumasset”, che porta il senso del termine verso la pienezza e la consumazione di tutte le parole. Detto tutto, ormai deve tutto convergere nella Pasqua del Signore. Il verbo si riferisce quindi alle parole che abbiamo ascoltato da Gesù, ma credo si possa pensare a tutta la Parola che Dio ha detto fin dal principio e che ora, nella Pasqua del Signore, trova il suo adempimento e la sua pienezza.
Ed è molto bello quel “voi sapete” del ver.2. I discepoli sono veramente in grado ora di connettere strettamente la Pasqua ebraica, suprema festa e memoria del sacrificio dell’agnello e della liberazione dall’Egitto e del grande esodo verso la Terra, e la Pasqua del loro Signore. Lo sono veramente? Può darsi che Gesù dica che loro sanno che fra due giorni è Pasqua, e che annunci loro ancora una volta il suo sacrificio d’amore. In ogni modo Egli proclama che la Pasqua degli Ebrei sta per diventare la Pasqua del Figlio dell’uomo. Egli “sarà consegnato”: ecco il verbo che significa tradire e anche consegnare! Gesù sarà tradito da coloro che lo consegneranno alla morte. Gesù sarà “consegnato” dal Padre per la salvezza del mondo. L'”essere crocifisso” è il fine di questa consegna. La Croce non sarà “subìta”, ma sarà accolta come volontà del Padre per la salvezza universale. La Croce è il termine finale dell’inabissarsi di Dio nella storia ferita e mortale dell’umanità.
Avvertiamo allora il contrasto assoluto tra il grande progetto della salvezza e la cattiva e cinica strada percorsa dai capi dei sacerdoti e dagli anziani. Nello stesso tempo risalta la differenza radicale tra ciò che essi tramano e il grande compimento della volontà divina di amore e di salvezza. Credono di avere il potere di “catturare Gesù con un inganno e farlo morire”, ma sono solo strumenti inconsapevoli della volontà divina. Certo, è impressionante che ne siano coinvolti proprio coloro cui il popolo di Dio era affidato.
Il ver.5 mostra come in chiaroscuro questo contrasto. I capi vogliono che tutto ciò non sia “durante la festa, perchè non avvenga una rivolta fra il popolo”. E tutto invece avverrà durante la festa. E di più: quello che avverrà sarà la salvezza del popolo, e sarà il volto nuovo della festa che era profezia degli eventi che ora si compiranno. Sarà la festa del sacrificio dell’Agnello di Dio e della liberazione dell’umanità dalla prigionia del peccato e della morte.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Gesù ha ‘completato’ la sua parola e ora la porta a perfezione, entrando nella sua passione. Le ultime parole che abbiamo ascoltato, sul ritorno glorioso del Figlio dell’uomo hanno come fondamento ciò che ascolteremo in questi capitoli finali: sarà tradito e verrà crocifisso.
E non da un uomo sarà tradito/consegnato, ma sarà la sua obbedienza al Padre, che lo ‘consegna’ salvatore del mondo.
È la prima volta (a differenza dei tre precedenti annunci) che viene detto che questo avverrà nella Pasqua. Gesù unisce la sua passione alla festa di Pasqua che il popolo celebrava come memoria viva e partecipazione alla liberazione dalla schiavitù dell’Egitto e alla salvezza dal mare e dalla morte. È ormai Gesù il vero agnello pasquale, ed è ormai Lui la vera e definitiva Pasqua di salvezza per tutti.
Dopo le parole di Gesù i capi religiosi cominciano ad accordarsi per fare un complotto per arrestare Gesù con inganno, “ma dicevano: “Non durante la festa, perché non avvengano tumulti fra il popolo”. (v.5). Al contrario, la sua cattura e la sua passione avverrà proprio in quei giorni, secondo quanto Lui ha preannunciato (“fra due giorni è Pasqua e che il Figlio dell’ uomo sarà consegnato per essere crocifisso”), e non secondo i complotti umani.
I capi religiosi non vogliono tumulti tra il popolo. Essi vogliono fare inganno e violenza, ma bisogna che gli altri non facciano tumulti. Questi capi vogliono una falsa pace. I vv. finali della 2Tess che oggi leggiamo ci presentano Gesù come “il Signore della pace”. Al contrario di questa falsa pace che i capi vogliono, c’è la pace donata da Gesù, che ce ne fa dono accettando di essere l’agnello pasquale, dono di pace vera per tutti gli uomini.
v. 3 “Allora…” questa parola vuole darci la conferma che tutta la storia degli uomini, i loro pensieri e progetti, si inseriscono in questa consegna di Gesù, e nella storia della salvezza.
Si può forse accostare il brano di oggi in cui il Signore Gesù “terminati tutti questi discorsi” parla della sua ormai prossima morte, ai vv. finali del libro del Deuteronomio. In Dt 32:45ss infatti si usa una espressione molto simile per dire che Mosè “terminò così di consegnare tutti le parole” che Dio gli aveva affidato per gli uomini, e subito dopo preannuncia la sua morte, ormai prossima per comando del Signore. E’ bella e valida anche per noi che ascoltiamo queste parole “conclusive” di Gesù e del vangelo, la frase che in mezzo Mosè aggiunge: “”Ponete nella vostra mente tutte le parole che io oggi uso come testimonianza contro di voi. Le prescriverete ai vostri figli, perché cerchino di eseguire tutte le parole di questa legge. Essa infatti non è una parola senza valore per voi; anzi è la vostra vita; per questa parola passerete lunghi giorni sulla terra di cui state per prendere possesso, passando il Giordano”. (Dt 32:46-47).
“Terminati tutti questi discorsi”(v.1): sono cinque i discorsi di Gesù, che Matteo ha presentato: è il nuovo Pentateuco, che prende il posto dell’antico e della Legge tutta. – “Il Figlio dell’uomo sarà consegnato e crocifisso”(v.2): estrema sobrietà ed efficacia dello scrittore. Poche parole rendono tutta la consapevolezza e la determinazione di Gesù nell’andare incontro alla consegna e alla morte ignominiosa, quale era considerata quella di croce. – “Fra due giorni è la Pasqua”: non è una indicazione di calendario, ma una indicazione chiara di quello che Gesù sta per vivere. La festa pasquale – ho sentito spiegare – era ed era chiamata la “festa degli azzimi”; “la pasqua”, invece, si mangiava: era il rito dell’agnello, col ricordo dell’angelo che “passava” tra le porte e “saltava” le case degli ebrei per dare morte ai figli degli egiziani. Il nuovo agnello, il Signore, seminerà solo vita e salvezza.