1 In quel tempo alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: 2 «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!». 3 Ed egli rispose loro: «E voi, perché trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione? 4 Dio ha detto: Onora il padre e la madre e inoltre: Chi maledice il padre o la madre sia messo a morte. 5 Voi invece dite: “Chiunque dichiara al padre o alla madre: Ciò con cui dovrei aiutarti è un’offerta a Dio, 6 non è più tenuto a onorare suo padre”. Così avete annullato la parola di Dio con la vostra tradizione. 7 Ipocriti! Bene ha profetato di voi Isaia, dicendo: 8 Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. 9 Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini».

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L’elezione divina per i piccoli e i poveri genera inevitabilmente una diatriba molto delicata e dolorosa nei confronti dei farisei e degli scribi che sono custodi privilegiati della tradizione e interpreti ufficiali della fede e della morale del popolo. Inserito a questo punto della predicazione e dell’opera di Gesù questo testo evidenzia la sua opposizione non alle persone, ma al travisamento drammatico della Parola di Dio per la sovrapposizione di norme umane. Si perde in questo modo la linea profonda ed essenziale del mistero e del disegno salvifico di Dio enfatizzando costumi e modi che possono avere avuto anche una loro intenzione positiva, ma che diventano obbrobbriosi quando sostituiscono il dato fondamentale della fede e della vita del popolo di Dio. E portano all’infedeltà grave verso i precetti del Signore.
Gesù ribatte all’obiezione per il non lavaggio delle mani citando un grande comandamento divino, posto al cuore della Legge, che, dice Gesù, “voi trasgredite in nome della vostra tradizione”(ver.3). Egli chiama “vostra tradizione” quella che essi citano come “tradizione degli antichi”(ver.2). E ricorda la legge divina sull’onore da rendere al padre e alla madre da Esodo 20,12, quindi proprio dal Decalogo, e da Esodo 21,17. L’argomento è delicatissimo, perchè la disposizione sostenuta da scribi e farisei si basa su un presunto atteggiamento di devozione religiosa nei confronti del Tempio. Con assoluta fermezza Gesù rivendica il valore assoluto della norma divina evidenziando in tal modo lo scempio della tradizione. Mi sembra che anche per noi questo sia avvertimento assolutamente prezioso proprio per il nostro rapporto con la Parola di Dio. Augurandoci di non trovarci dentro a polemiche e diatribe, portiamoci però, nel cuore e nella coscienza, la certezza del dono di Dio che ci ha condotto alla sua Parola come alla fonte e alla custodia feconda di tutta la nostra vita in Lui.
E’ proprio questo che ci consente di cercare incessantemente la gerarchia di importanza delle norme e delle tradizioni. La Chiesa infatti non crea nuove norme al di là della Parola, ma incessantemente prega, medita e commenta la Parola divina nella diversità dei tempi e delle circostanze. Quindi, proprio per questo non si può confondere la Parola con il suo commento e la sua applicazione storica, che può anche essere opportuna in una data circostanza ma che non può pretendere di sovrapporsi alla Parola divina, o addirittura di annullarla come nel caso gravissimo citato da Gesù! Per noi è quindi un invito al ritorno incessante alla Parola di Dio come alla fonte limpida e buona e come alla sorgente di ogni proposito e di ogni progetto sia personale sia di tutta la comunità credente.
L’accusa di Gesù è severa: “…avete annullato la parola di Dio con la vostra tradizione”(ver.6). Notate bene come Gesù non voglia essere il protestatario e il temerario sovvertitore dell’ordine e della pace vera. Per questo Egli cita l’antico profeta; il pericolo di queste deviazioni gravi e devastanti è da sempre e per sempre davanti al dono divino della Parola. Ieri come oggi. Per la nostra vita personale, per la coscienza di ciascuno, come per il cammino e per la vita di tutto il Popolo di Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Oggi riceviamo da Gesù un salutare ammonimento a tenere ferma la verità della Parola, che rimane sempre attuale e viva per il momento presente. La moltiplicazione delle devozioni e delle tradizioni imprigionano la Parola, la svuotano fino a tradirla.
In parallelo, nella lettera ai Galati, stiamo ricevendo l’accorato ammonimento di paolo a non confidare in una nostra giustizia derivante dalle opere della legge, ma nella giustificazione mediante la fede nel Signore Gesù che nasce e si rigenera nell’ascolto della Parola.
I farisei e gli scribi guardano le cose esteriori, senza darsi cura di quelle interiori, dello stato del loro cuore. Similmente si può ricordare il contrasto tra chi voleva imporre a tutti (anche ai credenti provenienti dalla gentilità) la circoncisione e Paolo che, riprendendo peraltro il messaggio profetico, indicava come vera circoncisione quella del cuore.
Oggi abbiamo cantato alle lodi il salmo 77/78, il quale nel suo esordio proclama:Ciò che abbiamo udito e conosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato, non lo terremo nascosto ai loro figli; diremo alla generazione futura le lodi del Signore e la sua potenza e le meraviglie che egli ha compiuto. Le lodi del Signore e la sua potenza, le meraviglie da lui compiute, queste sono le cose da tramandare fedelmente!
Più volte abbiamo osservato le folle che si mettono in cammino verso Gesù o per portare i propri malati, o in quanto la folla stessa tutta consapevole della propria malattia; in particolare nel testo di ieri abbiamo visto la fede dell’efficacia di un contatto almeno con i fiocchi del suo vestito. Inoltre abbiamo contemplato l’abbondanza del banchetto dei 5 pani e 2 pesci. In contrasto e a fronte di questo, come evidenziato dal principio del testo di oggi “allora”, questi scribi e farisei sembrano mettersi in viaggio fin da Gerusalemme allo scopo soltanto di aprire una polemica legale.
Nella sua risposta, con l’esempio del corban, Gesù evidenzia un pericolo forse comune alle tradizioni religiose che si sovrappongono alla Parola: la separazione tra l’orizzonte della devozione a Dio e quello dei rapporti tra gli uomini. Invece la parola evangelica porta tutto a unità, e l’onore ai genitori è interno ed è modo di quel vero onore a Dio, la vicinanza del nostro cuore a Lui, che la profezia dice mancare agli scribi e ai farisei .