30 Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31 È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; 32 ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». 33 Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. 34 Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

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La domanda posta da Gesù al ver.30 è interessante, anche se non sono in grado di coglierla in tutto il suo spessore. Alla lettera, dove è detto “con quale parabola possiamo descriverlo?”, il testo dice “in quale parabola lo porremo?”. Come se si trattasse di scegliere, tra le infinite parabole presenti nella creazione e nella storia, quale sia la più adatta ed efficace per esprimere e comunicare “il regno di Dio”. Mi pare che questo confermi il senso e l’importanza delle “parabole”, come “segni” del mistero di Dio. E forse più ancora: ogni realtà della creazione e della storia è “parabola”, perchè porta in sè qualche frammento, qualche luce del mistero di Dio. Tutto è dunque molto più ricco e prezioso di quello che razionalmente possiamo cogliere!
L’immagine del granello di senape serve per evidenziare il contrasto tra “il più piccolo di tutti i semi” e il “più grande di tutte le piante dell’orto”. Questo contrasto tra piccolo e grande mi ha portato, ma non so se opportunamente, ad un’espressione di Gesù in Giovanni 12,24, dove egli afferma che se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo, ma se muore porta molto frutto. Se vale l’accostamento, si può pensare alla “piccolezza” come al cammino di obbedienza al Padre che porta Gesù fino alla croce, e quindi alla fecondità del suo sacrificio d’amore.
E’ interessante la citazione della grandezza dell’albero, tale che “gli uccelli possono fare il nido alla sua ombra”. Se guardate qualcuno dei testi proposti nelle note delle bibbie, potete vedere che questi alberi immensi sono spesso i grandi imperi del mondo, mentre resta sullo sfondo il vero grande albero messianico della pace di Dio, l’unico che veramente può accogliere nella pace di Dio tutti i popoli della terra.
Ai vers.33-34 c’è una ripresa del discorso sulle parabole, e questa volta non negativo come abbiamo ascoltato in Marco 4,10-12. Resta tuttavia che le parabole devono essere spiegate, per manifestare tutta la loro forza di rivelazione.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.