1 Cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. 2 Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 3 «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4 Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5 Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, 6 ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7 Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. 8 Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». 9 E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
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L’intero cap.4 è dedicato all’insegnamento di Gesù attraverso parabole vicine tra loro come immagini e temi, orientate a cogliere il mistero del regno di Dio nella storia dell’umanità. E’ significativo che il capitolo inizi e termini con un riferimento diretto al mare, e quindi alla traversata del mare alla fine del capitolo. Questo consegna all’insegnamento del Signore l’immagine di un viaggio che deve essere intrapreso con la luce e la forza della fede.
Il nostro testo è dominato dall’ampio gesto del seminatore che semina veramente dappertutto, senza calcolare la produttività dei diversi terreni. Tra molti terreni, solo uno è “terreno buono”(ver.8). C’è dunque un’inevitabile sproporzione tra la generosità della semina e la resa dei terreni. Certo, si può anche pensare che la fecondità del terreno buono compensi la non resa degli altri.
Sottolineiamo molto volentieri l’esordio del discorso di Gesù: “Ascoltate.”(ver.2). è invito all’attenzione, ma è anche molto di più. Si potrebbe considerare questa invito come il grande titolo della parabola e persino di tutto il capitolo. Siamo nel cuore della fede dei padri ebrei: “Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio…”(Deuteronomio 6,4). E qui siamo nella piena rivelazione del dono della Parola. In Gesù la Parola si è fatta carne, si è fatta storia, è entrata pienamente nella vicenda dell’uomo. Nella Parola di Dio tutto è stato creato. La Parola di Dio ha condotto la storia dei nostri padri ebrei fino al Messia. Gesù è la Parola del Padre nella pienezza della sua presenza e della sua potenza. L’ascolto della Parola è l’evento che pone in comunicazione Dio con la creazione e la storia. All’uomo è stata affidato questo incontro nuziale tra Dio e la storia. Quando, come oggi, per grazia di Dio ci poniamo in ascolto della sua Parola, Dio incontra la creazione e la storia. Le illumina e le rende feconde. Con un piccolo anticipo sul seguito del testo evangelico possiamo dire che senza la Parola la creazione e la storia sono parabole non spiegate! Non illuminate! Senza la Parola non hanno senso nè direzione. Ci sono, e basta. E solo la Parola di Dio può operare questo. Nè la scienza nè la filosofia possono svelarne il mistero. Si può dire che Dio non c’è. Ma senza la Parola di Dio non si può dire perchè tutto quello che esiste esista.
Questo è dunque il compito fondamentale dell’uomo! Il suo compito sacerdotale. L’ascolto della Parola si posa sulla realtà e la illumina. Dunque, come dicevamo, in gran parte tutto resta come muto. Parabole bellissime, di certo, ce ne sono infinite. Ma solo la Parola di Dio può svelarle. In tal senso, la parabola del seminatore, come di seguito ci sarà esplicitamente detto, è fondamentale. E’ il punto di partenza per la comprensione di ogni altra parabola.
E bisogna dire che quindi la Parola del Signore non è donata da Lui solo perchè possiamo sapere che cosa dobbiamo fare. Ancor prima, la Parola è per svelarci il “mistero” che è dentro ad ogni parabola della vita. E tutto questo consente a tutta la creazione e a tutta la storia di dare lode a Dio. Tutto viene da Lui. Tutto è chiamato a ritornare a Lui. Per questo il capitolo terminerà con una perigliosa traversata verso l’altra riva.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
lectio 2008:
http://lectioquotidiana.blogspot.com/2008/06/mc-41-9.html
Ho notato che solo Marco per dire dove si trova la folla che ascolta Gesù, usa la parola “terra”.
La stessa parola usata dopo, per dire tra i vari luoghi in cui cade il seme, la TERRA BUONA.
Si crea un legame molto bello tra la terra buona e questa folla che ascolta Lui che parla.
Mi è piaciuto anche il termine con cui viene descritta la terra che fa frutto: BUONA o forse anche BELLA.
E’ il termine usato in Genesi 1 quando Dio, giorno dopo giorno osserva la sua creazione. E vide che era BELLO…
E’ quello che lo Sposo dei Cantici dice all’amata: “Quanto sei BELLA, amata mia, quanto sei bella!” (Ct 1,15)
E’ la bellezza di quando i figli Suoi vivono nella comunione:”Ecco, com’è BELLO e com’è dolce
che i fratelli vivano insieme!” (Sal 132/133,1)
Mi sono sembrate tre immagini molto dolci della BELLEZZA della TERRA che forta frutto: belli perchè creati da Lui, belli perchè amati come una sposa, belli dell’amore che in Lui ci lega gli uni agli altri.