18 I discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da lui e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». 19 Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. 20 Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. 21 Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. 22 E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!».
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Il soggetto di quel “vennero da lui” sono probabilmente “gli scribi dei farisei” che nei vesetti precedenti ponevano la questione del pasto con i pubblicani e i peccatori. E’ molto importante la presenza di questi “obiettori”, perchè mettono in evidenza la novità assoluta della persona e della Parola di Gesù, che svela pienamente il senso e i limiti della precedente economia, e mostra come tutto ora si adempia e si riveli nel Figlio di Dio.
Il nostro testo è dominato dalla figura dello Sposo. Gesù è lo Sposo! Il senso del digiuno praticato dai padri era quello dell’attesa del Messia e quindi dell’invocazione a Dio perchè affrettasse i tempi della sua venuta. Ora questo non è più possibile, perchè “lo Sposo è con loro”(ver.19)! Non è certamente condanna del passato. Anzi! Ma ora tutto cambia: “Finchè lo Sposo è con loro, non possono digiunare”! Adesso bisogna far festa. Adesso è festa! Resta la possibilità e la doverosità del digiuno per “quel giorno” nel quale lo Sposo sarà loro tolto: il giorno della morte di Gesù. Digiuno breve, peraltro. Perchè nella Pasqua del Signore la morte è diventata porta per la vita. Dunque: si digiunava perchè mancava la pienezza del dono. Si potrà digiunare se e perchè sarà tolto. Mi chiedo con voi: dunque, non si digiuna più? Si digiuna in comunione con tutti coloro che ancora aspettano il dono di Dio. E si digiuna con tutti quelli che, figli di Dio, dall’ingiustizia del mondo – di cui tutti siamo partecipi! – sono esclusi da quella mensa dell’amore che la Mensa Eucaristica genera e prescrive. “…ho avuto fame e mi avete dato da mangiare (Mt.25,35)…ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare (Mt.25,42)…tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi piccoli, non l’avete fatto a me (Mt.25,45)..”. L’Eucaristia insegna che anche un minuscolo frammento nutre tutta una persona. Ed esige che impariamo a spezzare il pane in modo che ce ne sia per tutti.
Nuovo e vecchio non vanno confusi. Solo entrando pienamente nel mistero di Gesù, il Cristo del Signore, si coglie tutto lo splendore della profezia della Prima Alleanza. E di più: quella Prima Alleanza permette di cogliere in pienezza il dono ricevuto nell’assoluta novità del mistero cristiano.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
lectio 2008:
http://lectioquotidiana.blogspot.com/2008/06/mc-218-22.html
Se non sbaglio, mai nei Vangeli Gesù invita a digiunare. I suoi discepoli – dice il v. 18 – non seguivano questa pratica. Pare che anche Gesù non abbia praticato il digiuno rituale, che veniva rispettato dall’alba al tramonto: il suo digiuno per quaranta giorni e quaranta notti è piuttosto un accostamento a Mosè e alla sua opera. Lo sviluppo che il digiuno ha avuto in passato è stato dovuto, almeno in buona parte, a quel copista che fece quell’aggiunta alle parole di Gesù: Questo genere di demoni si elimina solo con la preghiera “e col digiuno”… – Strano (commentava scherzosamente un biblista) che la Madonna non se ne sia accorta e nelle sue apparizioni inviti insistentemente “alla preghiera e al digiuno”. – Più evangelico sarebbe educarci alla gioia, praticare l’allegrezza…, perché lo Sposo è con noi: una notizia che può trasformare radicalmente la nostra giornata.
Finalmente i farisei – invece di parlare tra loro, o rimuginare nel cuore – si rivolgono direttamente a Gesù, parlano con lui, chiedono ragione del comportamento dei suoi discepoli, fanno una domanda diretta e interessante. E Gesù risponde, spiegando… mi pare che i farisei ascoltino attenti! Anche noi non dobbiamo avere paura di fare al Signore le domande difficili sulle cose che non capiamo o che non vanno d’accordo con il nostro punto di vista.
E la risposta di Gesù è dirompente come dirompente è il vino nuovo negli otri, o la pezza sul vestito.
“Lo sposo è con noi”!