1 Entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa 2 e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
3 Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. 4 Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. 5 Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
6 Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: 7 «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». 8 E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? 9 Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? 10 Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, 11 dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». 12 Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

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L’inizio del cap.2 contradice e insieme conferma quello che ascoltavamo alla fine del cap.1, e cioè il grande accorrere della gente intorno alla predicazione potente di Gesù. Qui però si dice che è a Cafarnao, e quindi è ritornato anche in città. La casa e la porta della casa mi sembrano immagini bellissime della nuova “geografia ” della comunità messianica rispetto alla sinagoga dalla quale Gesù è uscito per recarsi verso questa casa che è la casa di Simone, dove Egli ha guarito la suocera che poi li ha serviti.
Ma è molto diversa soprattutto la gente che fa parte, e che entra in questa comunità! Oggi mi sorprende questo gruppetto di cinque che arrivano attraverso il buco fatto nel tetto davanti a Gesù. Si dice al ver.5 che Egli “vedendo la loro fede…”. E’ difficile dire che si tratta di persone facenti parte della comunità dei discepoli. Sembrano piuttosto degli aspiranti e dei richiedenti. Eppure, Gesù vede la loro fede! Non voglio tirare conclusioni affrettate da questa osservazione: resto assorto e penso a tante vicende che vedo! Mi chiedo: qual’è il confine della fede? C’è un confine della fede? Questa fede seminata nella storia, questa fede in cammino verso di Lui. Questa fede che non so se queste cinque persone sanno di avere…
Ma poi anche questo Signore sempre sorprendente! Erano lì per portargli un paralitico, al quale Gesù dice “Figlio, ti sono perdonati i tuoi peccati”, dove questo chiamarlo “figlio” non è minore rispetto a quell’inaspettato “ti sono rimessi i tuoi peccati”. Non è possibile cogliere dal testo un minimo segno di delusione in questi cinque. L’azione di Dio non è solo potente. E’ anche sorprendente. Di che cosa abbiamo bisogno, non è facile capirlo. Quando la fede dei miei fratelli di famiglia e di parrocchia mi porta davanti al Signore, avverto che quello che loro fanno per me è più eloquente e importante di quello che io penso come mio bisogno e mia speranza.
Dal ver.6 entra come protagonista il tema del perdono dei peccati che solo Dio può operare. E’ bestemmia, secondo gli scribi che assistono alla vicenda, che un uomo possa pensare di farlo. Ma il tema è bruciante, perchè se questi hanno ragione, agli uomini non resta che lo spazio miserabile di una giustizia vendicativa che ripare il male con altro male: persegue il male compiuto con il male di una pena. E più uno l’ha fatta grossa, più grande è il male che bisogna infliggergli. Ma, male più male…Ed ecco allora, con l’improvvisa sua elezione della barella a immagine di grandi eventi, Gesù a dirci che “il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra”. Certo, sta parlando di Sè. Ma è inevitabile accorgersi che parla di Sè chiamandosi “il Figlio dell’uomo”. Dio fatto uomo. Potenza di Dio consegnata agli uomini. Potenza di Dio che diventa, nella preghiera del Padre Nostro che Egli ci ha insegnata la condizione severa perchè i nostri peccati possano essere perdonati da Dio Padre: “..come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. La meravigliosa possibilità che chi abbiamo colpito con il nostro peccato possa dirci: “..alzati”, e noi possiamo alzarci dal male del male che abbiamo fatto. Meraviglie troppo grandi per noi.Il miracolo del perdono come grande accesso alla salvezza. Porta necessaria che caratterizza la casa del Signore dove anche oggi si affolla troppa gente.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
lectio 2008: http://lectioquotidiana.blogspot.com/2008/06/mc-21-12.html