9 Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva cacciato sette demòni. 10 Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano in lutto e in pianto. 11 Ma essi, udito che era vivo ed era stato visto da lei, non vollero credere.
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Ci dobbiamo chiedere se questo “scandalo” del cap. 16 che sembra volerci narrare più il “fallimento” della risurrezione, che la sua potenza di novità assoluta per la storia umana e per il cosmo, ha qualche significato positivo per la nostra preghiera e per la nostra vita. Mi pare se ne possano portar via due pensieri. Il primo ci dice che la risurrezione del Signore non è fuori dalla storia, ma è dentro di essa. Non teme tutte le miserie e i limiti. Non arretra davanti alle negazioni più clamorose. L’altro pensiero è quello della pazienza di Dio, che non si lascia buttar fuori dalle nostre preclusioni, ma continua a visitarci. Nei primi versetti del capitolo avevamo avuto prova di ciò con il non tener conto da parte di Gesù della fuga generale di tutti i discepoli e con il suo fissare con loro un appuntamento in Galilea.
Certo ora la sua “sconfitta” coinvolge una persona importante: Maria di Magdala. È lei a dover ora subire la cecità e la durezza di cuore dei discepoli. Anche questo è molto importante: il credente, e la Chiesa stessa, devono sapere che la vittoria del Cristo sul male e sulla morte non si manifesta nel successo e nel potere che la gestione di tale realtà nuova potrebbe portare. La notizia non è creduta! E qui è molto interessante il fatto che non credere a quello che la Maddalena annuncia, è di fatto non credere alla “risurrezione” che in lei stessa è avvenuta quando Gesù l’ha liberata dal male mortale che la teneva prigioniera.
Non credono nella risurrezione di Cristo perché il Risorto ha fatto la scelta “strana” di affidare ad una donna come lei questa notizia. Ma loro non capiscono che a dare questo annuncio è proprio una persona “risorta”, e quindi la più idonea ad annunciare l’evento che è fonte di ogni risurrezione.
È di grande rilievo anche il particolare che solo Marco tra gli Evangelisti annota, e cioè questo essere loro trovati “in lutto e in pianto”! E pensare che il Vangelo li qualifica in modo forte come i suoi “seguaci”, cioè, alla lettera, quelli che “erano stati con Lui” (ver. 10). Quelli che più di ogni altro erano stati introdotti nel mistero e nella bellezza della persona e dell’opera del Figlio di Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni
“Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato”: ecco la domenica di risurrezione, il nuovo giorno del Signore: in questo giorno, nell’incontro eucaristico, è dato ai credenti di rinnovare l’esperienza del Risorto, nella fede della comunità, nella gioia donata dallo Spirito, nella comunione con il Lui e con i fratelli… – Compare di nuovo Maria Maddalena: è la rappresentante della comunità credente, è il simbolo dell’amore nuziale cui lei stessa è stata riconquistata. Ma è anche l'”angelo”, colei che il Risorto invia a dare l’annuncio ai discepoli. – Per ora costoro, pur essendo i suoi “seguaci”, non ce la fanno: sentono che è vivo, che lei lo ha visto…, ma ancora non credono! Vedremo domani…
Mi e piaciuta l’intimità dell’incontro con Maria, che forse è privilegio dei seguaci di ogni tempo, noi compresi. Il dono di incontrare Gesù vivo. Mi è sembrata forte, vedendo anche i versetti seguenti, l’ostinazione con cui i seguaci non credono al Signore vivo, qui e ora.
Ci può essere forse il rischio di credere in un personaggio del passato o in un insieme di belle indicazioni?
Nelle situazioni delle nostre giornate, nei nostri rapporti, nel lavoro..Come dire che Gesù è vivo? Che l’amore ha vinto la morte?
Confortante il fatto che invece sia sempre Lui, in modi sempre nuovi a venircelo a dire..
Conosce bene la nostra inefficace pastorale, come si rivela essere quella di Maria di Magdala.
L’esperienza pasquale di Maria di Magdala è duplice. È l’esperienza della sua storia personale ed è l’esperienza di incontro con il risorto. Proprio chi ha fatto esperienza di resurrezione nella sua vita può annunziare la resurrezione. E non viene creduta. Prevalgono nei seguaci di Gesù il lutto e il pianto. Questa è l’eterna missione della chiesa, una missione spesso destinata al fallimento: trasformare la disperazione in speranza, il lutto e il pianto in gioia pasquale,