14 Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato. 15 Gesù dis-se loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. 16 Chi crederà e sarà bat-tezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. 17 E questi saranno i segni che accompa-gneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, 18 prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». 19 Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. 20 Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Si-gnore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano.
Post correlati
4 Commenti
Lascia un commento
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Le categorie
- Audio (963)
- Audio e Video (623)
- Dalla Chiesa e dal mondo (168)
- Giovanni scrive… (515)
- Giuseppe scrive… (2)
- Incontri e approfondimenti (444)
- La lectio quotidiana (4.568)
- Le nostre notizie (1.004)
- Letture domenicali e festività (818)
- Senza categoria (7)
- Video (149)
Telegram
Archivi
Gli ultimi articoli pubblicati
- Matteo 6,1-6
- Matteo 5,38-48
- Omelia di d. Giuseppe Scimè – Pentecoste (Anno A) – 28 maggio 2023
- Visitazione della Beata Vergine Maria – 31 maggio 2023
- Le Letture e i canti di domenica 4 giugno 2023 – SS. Trinità (Anno A)
- Omelia di d. Francesco Scimè – Solennità di Pentecoste (Anno A) – 28 maggio 2023
- Omelia di d. Andrea Bergamini – Solennità di Pentecoste (Anno A) – 28 maggio 2023
- Omelia di d. Andrea Bergamini– Liturgia nella vigilia di Pentecoste – 27 maggio 2023
- Omelia di d. Francesco Scimè – Liturgia nella vigilia di Pentecoste – 27 maggio 2023
- Matteo 5,33-37
Se avessi fede, saprei comunicarvi tutta la gioia con la quale arrivo al termine del nostro pellegri-naggio nel Vangelo secondo Marco. Io lo concludo in Spagna, lungo il camino di Santiago, da dove è stato un po’ avventuroso farvi avere il messaggino quotidiano. Ma è stato possibile per la carità in-faticabile del mio caro fratello Giuseppe.
Ecco oggi questo incontro finale con gli Apostoli. Il testo suggerisce che essi erano presenti anche nelle due precedenti vicende, quando Maria Maddalena prima, e i due discepoli in cammino verso la campagna poi, non sono stati creduti. E’ quindi molto interessante il duro rimprovero rivolto loro da Gesù “per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risuscitato” (ver. 14). Queste parole mettono in evidenza il fatto che la loro responsabilità e autorità nei confronti di tutti i discepoli, non è garantita da un loro primato circa il rapporto con il mistero di Dio che essi devono annunciare. Anzi, vengono rimproverati perché non hanno creduto a questi testimoni privilegiati, la Maddalena e i due andati in campagna. Si può forse qui riflettere ad una tradizione che in questo senso accompagna la storia di Israele, e cioè la tensione sempre presente tra la struttura di governo del popolo di Dio, ivi compresi la pratica e il culto, e la linea della profezia, che spesso si è posta in contrasto con i capi, ed è stata perseguitata o emarginata. Che poi tra quei testimoni ci sia una donna, e per giunta con un passato scorretto, sottolinea ancor più la ri-levanza delle parole di Gesù.
Ma in certo senso stupisce ancor maggiormente il fatto che questo rimprovero severo sia seguito dal solenne invio in missione di questi uomini di poca fede! “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura”: non si potrebbe pensare un mandato più forte ed universale! Affidato a questi poveri uomini!
E ancora stupisce che insieme alla severità del giudizio – la salvezza dei credenti battezzati e la con-danna di chi rifiuterà il dono di Dio – siano promessi questi grandi segni, che, notate bene, vengono promessi non come si trova in diversi altri luoghi, agli annunciatori della Parola, ma a coloro che crederanno, ai semplici cristiani. I vers. 17-18 preannunciano un’intera comunità di credenti che da-ranno il segno della nuova creazione e della nuova storia.
Che rilievo assume, dunque, al ver. 19, il conciso annuncio dell’Ascensione di Gesù alla destra di Dio? Forse quello di sottolineare la realtà di una storia che ora è, in certo senso, in mano a noi. Alla nostra responsabilità e alla nostra fede e obbedienza. E anche, inevitabilmente, alla nostra fragilità. Ma il Signore non ci abbandona. Come già abbiamo detto, non si spaventa dei nostri limiti. Non teme le ferite della storia dell’umanità e le fragilità della stessa Chiesa. Il ver. 20 ci congeda con l’immagine meravigliosa di questi uomini poveri e fragili che partono con decisione per una missione del tutto superiore alle loro forze. Così vuole il Signore che li manda. Per questo, malgrado tutto, questi uomini e queste donne conquistati dal Vangelo di Gesù, partono e predicano dappertutto. E il Signore opera insieme con loro e conferma la Parola che essi predicano con i prodigi che l’accom-pagnano. Qui sembra di poter dire che i segni prodigiosi sono in tutti. In coloro che ci annunciano il Vangelo, e anche in noi poveretti che con poca fede, ma molta gioia, lo ascoltiamo e desideriamo celebrarlo nella nostra umile vita.
Grazie a tutte e a tutti per la compagnia che mi avete fatta in questa bella camminata nel Vangelo secondo Marco. Domani inizia la strada nella Lettera di Giacomo. Buona strada.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni
Ci è sembrato bene mantenere alla lettera le parole del v. 14: «rimproverò la loro incredulità e durezza di cuore». È quasi un esorcismo; è comunque un rimprovero che al tempo stesso porta a guarigione. Anzi, se si considera il cap. 12 della lettera a gli Ebrei, è quella correzione paterna che ti conferma nella figliolanza; e quindi la si può considerare non in contrapposizione, ma piuttosto come la base del successivo mandato.
Il mandato è di predicare il Vangelo «a tutta la creazione». Un mandato quindi vasto, senza confini, corrispondente a quell’attesa che è di tutta la creazione secondo il cap. 8 dei Romani: «La creazione attende con impazienza…».
Davanti alle parole del Signore i discepoli tacciono, non aggiungono loro parole; né compresibilmente per la parte del rimprovero, ma neppure in relazione al successivo mandato. Il Signore aveva già preannunciato che il Vangelo sarebbe stato proclamato in tutto il mondo; ma ora scoprono con meraviglia che questo avverrà per mezzo non ad es. di angeli, ma per mezzo loro!
È bella la congiunzione della fine del Vangelo di Marco con quella di 2 Timoteo 4,17. Questa predicazione dappertutto, sostenuta dal Signore che dà forza, è calata davvero nella storia, con tutte le sue difficoltà e contraddizioni.
Abbiamo ascoltato i giorni scorsi l’annuncio dell’angelo che il Signore precede i suoi in Galilea; oggi si parla del Signore che «opera insieme e conferma la parola con i segni che la accompagnano», cioè seguono gli annunciatori. Il Risorto ci precede, ci accompagna e ci segue.
Gesù incontra i suoi mentre sono “a mensa”: mi piace questa intimità intorno alla tavola, nella condivisione (per noi, oggi) del pane e della Parola. L’incarico a portare la buona notizia pare qui una diretta conseguenza della risurrezione del Signore: ora, nel Risorto, siamo immersi (“battezzati”) nell’amore di Dio ed è nostro compito comunicare questa realtà “ad ogni creatura” (una indicazione più precisa, più coinvolgente che altre usate nei vangeli: a tutti i popoli, a tutto il mondo). – Grazie a tutti per questa bella lettura di Marco, alla quale ho cercato di partecipare come ho potuto.
Questa è la chiesa, la nostra comunità: Gesù ci rimprovera per l’incredulità e la durezza di cuore e, contemporaneamente, ci manda in tutto il mondo a predicare il vangelo ad ogni creatura. Lui si ritira e affida il vangelo a noi. Ma opera insieme con noi e conferma le nostre parole. Non siamo noi che crdiamo in lui, è lui che, pur conoscendo bene le nostre contrddizioni, crede in noi.