29 Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, 30 salva te stesso scendendo dalla croce!». 31 Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! 32 Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.
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La derisione e l’insulto rivelano un problema e una devianza del popolo della Prima Alleanza dalla fede e dalla tradizione dei padri. Il “sistema religioso” ha invaso e stravolto la retta fede di Israele. Questo mi sembra il dato emergente della Parola che oggi riceviamo dalla bontà di Dio; in fondo, anche più grave dell’aggressione diretta nei confronti di Gesù.
Il cuore del problema è quello della salvezza. Il verbo “salvare” è presente tre volte nel nostro brano: come ironico invito al ver.30: “salva te stesso”; e come ironica osservazione sui “limiti” della potenza di Gesù: “Ha salvato altri e non può salvare se stesso” al ver.31. “Salvare se stessi” è affermazione contradditoria che diventa anche errore grammaticale! Infatti se uno potesse “salvare se stesso” non avrebbe bisogno di salvezza, perché il verbo salvare si riferisce ad una condizione di impossibilità dalla quale solo “un altro” può liberare. Per questo il verbo “salvare” è al cuore della fede di Israele per indicare l’azione divina nei confronti del suo popolo. Il nome “Gesù” significa “Dio salva”!
E Gesù offre se stesso come vittima d’amore per la salvezza dell’umanità e del cosmo. Per questo Egli è salito sulla Croce. Le affermazioni dei capi dei sacerdoti e degli scribi sono dunque non soltanto eretiche, ma mostrano la loro devianza rispetto alla fede nel Dio che salva. Il sistema religioso costruisce inevitabilmente una teologia, un ordine e una prassi in cui ognuno “salva se stesso”. Per la “religione” Dio non ha certo bisogno di essere salvato! Il Figlio di Dio è venuto a rivelare e a donare una divinità “salvata”. Una condizione figliale generata dall’amore e dalla potenza salvifica di Dio Padre. Spero di non aver fatto troppa confusione. Se mai, mandatemi le vostre obiezioni.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Per due volte compare oggi il collegamento ‘scendi dalla croce’-‘salva te stesso’.
C’è un film,interessante,che ruota su un’ipotetica ultima tentazione di Gesù di scendere dalla croce.
Forse l’errore di queste persone e in noi,l’incomprensione,sta nel pensare che la salvezza consista nel salvare la pelle, la vita. Non offrirla per amore ma tenerla per sè.
Il bene più vero però è forse da cogliere più in profondità?
L’assurdità di rimanere su quella croce fra tre giorni si rivelerà fonte di salvezza per tutti.
Nella prima lettura di domenica scorsa, dal profeta Isaia : ‘..i miei pensieri non sono i vostri
pensieri, le vostre vie non sono le mie
vie. Oracolo del Signore’
Come non capiscono le persone che assistono in quel momento anche noi oggi non capiamo l’offerta totale del Signore? E per noi cosa comporta, cosa significa?
Inoltre mi è venuto un pò da riempire il silenzio di oggi di Gesù con le sue parole al capitolo 8 : ‘chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà.’.
” hei, tu che distruggi il tempio, e lo ricostruisci in tre giorni…” dicono i passanti, come se non fosse vero… ma Lui, Gesù, sta distruggendo il tempio…
stando sulla croce Gesù sta distruggendo la nostra religiosità che è dottrina di uomini. per mostrarci il Dio vivo e vero, e ricostruisce il tempio del suo corpo, e ci salva, con la Sua incarnazione- perchè Gesù Cristo è venuto nella carne- e con la Sua Passione, che è scandalo per i Giudei, e stoltezza per i pagani…