28 Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. 29 Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. 30 In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. 32 Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre.
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L’invito a imparare dal fico la parabola è conferma preziosa di come tutta la realtà nella quale siamo immersi sia una “parabola”, che contiene e comunica il mistero della vita. Gesù stesso ci spiega la parabola osservando il collegamento tra intenerimento del ramo e spuntare delle foglie e vicinanza della stagione estiva. Tutto quello che Egli ci ha fatto osservare ci porta alla conclusione che siamo ormai nel tempo finale! E’ bene tener ferma questa convinzione. Nulla più deve succedere, perchè Gesù è veramente l’ultima parola della creazione e della storia. Tutto quello che da parte di Dio doveva essere detto e fatto è avvenuto. Solo convertendoci incessantemente a Gesù, cioè ritornando incessantemente a Lui con la mente e il cuore noi entriamo nel mistero e nel dono della creazione e della storia.
In questo senso mi pare si debba accogliere l’affermazione del ver.30. Le generazioni sono ormai un’unica generazione nella rivelazione della paternità di Dio e del cammino che l’umanità è invitata a compiere dietro a Gesù. Francesco d’Assisi che è stato in questo mondo qualche secolo fa è in certo modo nostro “contemporaneo”, e anzi, per molti aspetti, è molto più “nuovo” di noi! E’ infatti la “contemporaneità” con Gesù e con il suo Vangelo a rivelare e ad attuare la vera “novità” della vita. In questo senso è abissale la differenza tra modernità e novità. Non è detto, infatti, che la modernità non sia spesso un regresso rispetto alla “novità” del Vangelo di Gesù. Ciascuno di noi sperimenta nella sua stessa vita che cosa significhi camminare nella novità della vita evangelica o, al contrario, regredire nella vita vecchia.
E tutto questo ci aiuta ad accogliere con quotidiano stupore il fatto che le parole di Gesù, come ascoltiamo al ver.31, non passano mai, perché non possono venire “superate” da parole più nuove! Quindi queste parole di Gesù “non passano” non per un rigido sistema di conservatorismo, ma, al contrario, per la loro perenne novità-attualità!
Tuttavia questo si compie, secondo il ver.32, non per opera nostra o per nostra capacità di comprensione. Tutto avviene e tutto riceviamo dalla volontà e dall’opera del Padre in noi. In noi! Ma prima di tutto nello stesso Figlio! E qui dico una cosa e poi subito scappo via perché ne ho anche un po’ paura. Gesù è fonte e maestro di una “divinità” opposta a quella che nella tentazione del serpente antico Adamo voleva “rubare” a Dio. La “divinità” di Gesù, e quindi anche la nostra partecipazione alla sua figliale condizione di Figlio di Dio, è dono di Dio e non nostra conquista o nostra rapina. Gesù è venuto a dirci e a donarci che “tutto è grazia”. Tutto è appunto Dono.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.