14 Allora gli si avvicinarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». 15 E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. 16 Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. 17 Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».
Matteo 9,14-17

E’ un passaggio molto prezioso della memoria evangelica, che non nega, ma anzi conferma l’importanza essenziale della grande profezia ebraica, e peraltro annuncia con gioiosa potenza l’assoluta novità che è ora presente nella creazione e nella storia: Gesù tra noi e con noi!
Il digiuno praticato dai discepoli di Giovanni e dai farisei descrive efficacemente il tempo dell’attesa messianica. Ricordo qui brevemente che il significato del digiuno nella fede ebraica è di celebrare e manifestare davanti a Dio la povertà della condizione umana e il suo bisogno di essere salvata. Questa salvezza si compirà con la venuta del Messia! Ma ora tale attesa della salvezza è finita perché il Messia è finalmente venuto!
Il tempo nuovo che Dio dona al Popolo della Prima Alleanza e all’intera umanità Gesù lo annuncia come una grande festa nuziale! Ed Egli, il Messia del Signore, è lo Sposo. Quindi, gli “invitati alle nozze? non possono essere in lutto. Alla lettera la dizione “invitati alle nozze? è “figli della camera nuziale?, e nel linguaggio ebraico indica gli amici dello sposo invitati, o i banchettanti alle nozze. L’ “essere in lutto? è espresso, alla lettera con il termine “piangere?: la presenza dello Sposo è festa e gioia, e non possono gli invitati e gli amici piangere! Ora, afferma il ver.15, tutto deve celebrare la gioia di questo dono e di questa presenza. “Verranno giorni quando lo Sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno?: è meraviglioso che festa e dolore, gioia e pianto, siano ormai pienamente connessi con la presenza o l’assenza del Signore Gesù. Sappiamo che tale assenza sarà l’ora della Croce. Ma sappiamo anche che la sua morte sarà grembo della risurrezione! Certamente, la vita cristiana celebra la morte, e quindi il lutto e il pianto, ma questa non è l’ultima parola! Questo annuncio porta con sé e in sé, mi sembra, una sua “severità?: anche nei passaggi più delicati e dolorosi dell’esistenza, se lo Sposo è con noi, è sempre festa! E lo Sposo è con noi! Mi permetto di dirvi che la celebrazione della Messa è quindi sempre festa della presenza nuziale dello Sposo, anche nelle circostanze più difficili e dolorose della storia.
I vers.16-17 con le due immagini del rattoppo e del vino vogliono confermare il Vangelo del Signore Gesù! Siamo entrati, con Gesù, in una creazione e in una storia assolutamente nuove. Veramente, gli invitati alle nozze “non possono essere in lutto? perché “lo Sposo è con loro?. Tutto dunque, deve essere nuovo! Anche quando dobbiamo celebrare la morte dello Sposo, noi percepiamo che lo Sposo è con noi e tra noi! E la celebrazione della sua Croce noi la celebriamo come “grembo? della sua e nostra risurrezione! Dunque , tutto deve essere nuovo: “vino nuovo in otri nuovi?.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.