7 Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 8 Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 9 Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? 10 E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? 11 Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! 12 Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. 13 Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. 14 Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!
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Dedico la mia povera preghiera di questi giorni in cui camminiamo in Matteo 7 al sogno del Papa Francesco di una Chiesa povera e dei poveri. Ieri il Signore ci mostrava come nella nostra povertà non possiamo pensare di poter giudicare il fratello che ha una pagliuzza nell’occhio, noi che nell’occhio abbiamo una trave ! E non possiamo neanche pensare di poterlo aiutare a togliere la sua pagliuzza! Oggi tutto questo viene visitato e avvolto dalla bellezza e dalla potenza della povertà evangelica! In tal senso, i vers.7-8 devono essere accolti pienamente, senza dubbi e senza obiezioni. L’esperienza profonda della povertà evangelica è quella dell’immancabile soccorso del Signore.
Ed è meraviglioso che Gesù appoggi le sue affermazioni, e ne dica la certezza, con un paragone con la vita umana. Una vita colta nella sua semplicità e ovvietà! Un padre non dà una pietra al figlio che gli chiede un pane, né una serpe a al figlio che gli chiede un pesce! (vers.9-10). Ed è così anche per noi che siamo cattivi! “Quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!” (ver.11). E’ meraviglioso il coraggio con il quale Gesù arrischia e scommette sull’agire umano. E questo ci invita a considerare la sua stessa povertà, di Lui che si è fatto povero per arricchirci. Dunque la povertà di Dio!
Perché amore e povertà sono inscindibili! E’ molto interessante e importante che Gesù attribuisca questa rivelazione e questo dono, al ver.12, già a “Legge e Profeti”. Già nella Prima Alleanza il ver.12 del nostro brano vede la mirabile “iniziativa” dell’amore: “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”. Nella nostra povertà, siamo invitati a vivere le nostre relazioni come uno scambio di doni! E’ quello che in pienezza Gesù è venuto a rivelare e a regalare.
Ed è in questo prospettiva che oso suggerire di ascoltare e accogliere i vers.13-14 del nostro brano: negli anni, ritornando di tempo in tempo su queste Parole, mi sino sempre più lasciato sedurre e convincere da una “lettura” non rigoristica e moralistica, ma sempre nell’orizzonte del dono. La porta stretta, come la via angusta, sono Gesù! La via larga è quella che istintivamente ci fa pensare ai nostri meriti, ai nostri sforzi e alle nostre conquiste. Ma la povertà evangelica, la povertà della prima delle Beatitudini ci porta verso il Signore e il nostro bisogno di essere salvati. L’umiltà è l’orizzonte della salvezza. Contro il nostro istintivo orgoglio che costruisce incessantemente la tesi delle nostre virtù e dei nostri meriti, siamo invitati alla via stretta della nostra povertà visitata e salvata da quel Dio che in Gesù si fa povero per salvarci.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.