21 Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22 Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
23 Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24 lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
25 Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26 In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
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Possiamo tener conto che al ver.17 il Signore ci ha detto di non essere venuto ad abolire la Legge e i Profeti, ma “a dare pieno compimento”. Ora dunque, Egli ci rivela come la sua venuta e la sua presenza tra noi dia “pieno compimento” alla Parola che Dio aveva donato ai padri, che Gesù chiama “gli antichi”: questo attributo mette in evidenza la radicale novità che tutto assume per questa sua presenza. Quattro esempi, di cui oggi ascoltiamo il primo, rivelano questa pienezza. Lo schema dell’argomento è la contrapposizione tra “fu detto agli antichi” e “ma io vi dico”, dove il precetto antico non viene negato, ma viene rivelato a consegnato in tutta la sua potenza.
Gesù cita l’antico comandamento: “Non ucciderai”, presente nel Decalogo in Esodo 20,13 e in Deuteronomio 5,17. Comandamento evidentemente fondamentale! E quindi connesso ad un giudizio severo. Ma ora il senso di questo “non uccidere” esprime tutta la potenza che Gesù assegna al precetto antico, in quanto il suo essere tra noi enfatizza anche gli eventi e le situazioni più semplici della nostra vita di comunione. Già un moto d’ira verso il fratello è in qualche modo “uccidere”. E quanto più il disprezzare e umiliare il suo pensiero, giudicandolo incapace di comprendere, dicendolo “stupido”. E più grave ancora l’escluderlo dalla relazione dicendolo “pazzo”. Il valore della relazione fraterna impone quindi un giudizio severo verso tutto quello che la attenta!
I vers.23-24 coinvolgono in questa severità la relazione con Dio stesso, perché la comunione con Dio e quella con il fratello, sono strettamente connesse: in Gesù, Dio si è fatto nostro fratello! L’amore, e i segni dell’amore verso Dio esigono gli stessi sentimenti e gli stessi gesti verso il fratello. Notate che qui si ipotizza non il caso di un nostro sentimento negativo verso il fratello, ma l’eventualità che sia il fratello ad avere qualcosa contro il fratello che sta portando la sua offerta al Signore. Allora: “lascia il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello, e poi torna a offrire il tuo dono”.
In tutto questo bisogna tenere in assoluta considerazione l’urgenza del tempo. La riconciliazione deve avvenire “mentre sei in cammino con lui”. E il tempo di questo cammino non dipende da noi! Questo esige che tutto avvenga … subito! Solo il tempo presente è a nostra disposizione! Altrimenti ci sfugge l’opportunità e la possibilità di fare pace, e si cade dal dono della fraternità alla severità di un giudizio. Dunque bisogna incessantemente interpretare il tempo, come l’esigenza di fare del presente l’orizzonte della pace e della comunione.
Siamo i fruitori della misericordia, e i responsabili di essa. Non i padroni!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Mi sembra interessante il rapporto che oggi viene fuori tra l`altare e il fratello.
L`altare e il nostro rapporto con esso non sono una parentesi stagna parallela alla nostra storia personale e di relazione..ma espressione della nostra realtà più vera e intima.
I rapporti sospesi e non riconciliati sembra che ostacolino il dono che possiamo presentare all`altare.
Sembra quasi che sull`altare offriamo il dono..ma anche le nostre relazioni fraterne,le persone importanti della nostra vita..
Che bella responsabilità!
La briga adesso è andare a cercare quelli con cui non siamo d`accordo…