31 Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: percuoterò il pastore saranno disperse le pecore del gregge. 32 Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». 33 Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». 34 Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». 35 Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli.
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Spero di non portarvi su un sentiero sbagliato proponendovi la lettura di grande positività anche di una Parola così drammatica!
Per il ver.31 possiamo tener conto della traduzione letterale che, anche secondo la proposta della versione latina, dice che “tutti sarete scandalizzati in me”, e, secondo il latino, “tutti voi patirete scandalo in me” (ver.31). Dunque, il dramma della fragilità di ogni discepolo del Signore!
Ed è importante anche ascoltare la profezia di Zaccaria 13 citata da Gesù: “Percuoterò il pastore, saranno disperse le pecore del gregge”, dove Zaccaria descrive questa prova e questo dramma come l’ultimo supremo evento che porterà all’incontro pieno con la gloria di Dio! Ci possiamo allora domandare se queste parole del Signore sono solo una forma di “rimprovero” per la mancanza di fede dei discepoli, oppure se vogliono dirci, e questo mi convince molto, il rapporto stretto tra la morte-risurrezione di Gesù, e la nonfede-fede dei discepoli! Gesù muore nella mia nonfede, ma la sua risurrezione è il mio risorgere dall’incredulità alla fede in Gesù morto e risorto!
La fede è sempre dono. Grazia di Dio. E non può non esserlo nell’evento supremo che raccoglie l’abisso della miseria umana, la morte, con l’apice della storia della salvezza: la risurrezione di Gesù Cristo! La fede nella Pasqua del Signore e nella nostra Pasqua(!!) non può essere che il miracolo della nostra risurrezione dall’incredulità alla fede! Oso dire, dunque, che non si può credere alla risurrezione se non per un miracolo di risurrezione che il Signore ci dona!
Questo aiuta a guardare con sguardo benevolo anche alla dichiarazione di Pietro e degli altri discepoli, ai vers.33 e 35. Essi dovranno accettare di precipitare nella loro nonfede per risorgere alla fede. Una risurrezione che Gesù annuncia in termini che Egli ci dona, e che suonano quasi gioiosi al ver.32: “Dopo che sarò risorto vi precederò in Galilea”. Penso che se andate oggi ad ascoltare questo evento alla fine del Vangelo, in Mt.28,16-17, vi stupirete. Infatti, la versione riveduta del testo italiano dice: “Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono”. Dunque, anche allora ci sarà il dubbio? Ma io mi chiedo e vi chiedo: ci può essere vera fede se non in relazione – e quindi con una assolutamente necessaria umiltà! – con la nostra esposizione alla nonfede?
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.