14 Allora uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti 15 e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. 16 Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo.
Matteo 26,14-16

Abbiamo già trovato, e commentato, questo “allora” che oggi troviamo nel nostro brano al ver.14, e che sembra indicare una necessaria e inevitabile connessione tra il gesto della donna del brano di ieri e quello che Giuda compie oggi: un drammatico “rovescio”. Ieri l’offerta della donna celebrava il sacrificio d’amore che Gesù sta per compiere con la sua Pasqua, e dunque Gesù esaltava il grande valore del gesto della donna. Oggi drammaticamente Giuda si pone all’opposto: “Quanto volete darmi…?”.
E Giuda viene come nuovamente “presentato”! La presentazione lo qualifica come “uno dei Dodici”! Non è una persona qualsiasi. E non è neppure “confuso” tra i capi o tra le folle che lo uccideranno. Più drammaticamente, appunto, lui è presentato come persona vicinissima. Potete cogliere questo dramma crescente in Mt.26,25 e Mt.26,47,e ancora in Mt.27,3, dove è sottolineato il dramma del tradimento: “Allora Giuda – colui che lo tradì – …”.
E’ come se la Scrittura stessa fosse nel turbamento e sentisse quindi il bisogno di esprimere la sua angosciata meraviglia: Giuda! Uno dei Dodici! Vi confido che penso a questo “turbamento”, come al turbamento di Dio stesso! E qui si esprime tutto il dramma del peccato e del mistero del Male: Giuda ora gli appartiene interamente. Il Male lo possiede e lo governa. Sarà per quello stesso Male che Giuda getterà via il denaro che ora chiede, e il suo pentimento sarà disperazione e fine disperata.
Il ver.16 dice l’interpretazione del tempo – “l’occasione propizia” – come ormai dominata dal potere del Male e della morte: “per consegnarlo”! Vi ricordo il significato straordinario di questo verbo “consegnare”, che vuol dire “tradire”, qui presente al ver.15 e al ver.16. Un verbo che lo qualifica: Giuda è il “traditore”, cioè colui che tradisce. Ma quello stesso verbo indica anche il mistero e il prodigio della “tradizione”, cioè di quella “consegna” che consegna Gesù al Padre, come il Padre lo consegna al sacrificio pasquale, consegna che lungo i secoli trasmette la buona notizia di Gesù, il Vangelo, che per questo è giunto fino a noi, oggi! Forse perché la persona di Giuda è motivo per me di grande turbamento e di sospensione dell’animo, forse per questo sono portato a pensare al turbamento di Dio stesso nei confronti della drammatica vicenda di Giuda. Come sarà andato a finire?
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.