1 Terminati tutti questi discorsi, Gesù disse ai suoi discepoli: 2 «Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua e il Figlio dell’uomo sarà consegnato per essere crocifisso». 3 Allora i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, 4 e tennero consiglio per catturare Gesù con un inganno e farlo morire. 5 Dicevano però: «Non durante la festa, perché non avvenga una rivolta fra il popolo».
Matteo 26,1-5

“E avvenne…”: così comincia il capitolo che ci porterà nel grande avvenimento della passione e morte del Signore. Egli ha concluso “tutte queste parole”, tutti gli insegnamenti, che Matteo ha raccolto nei cinque grandi discorsi che abbiamo letto nei mesi passati. Noi, discepoli di Gesù, abbiamo ora a disposizione questo inestimabile tesoro dal quale possiamo attingere – come lo scriba del Vangelo – cose nuove e cose antiche. – Gesù prende la parola: è sua l’iniziativa; anche nelle vicende della sua passione e morte è lui il protagonista, in piena consapevolezza e libertà. “Fra due giorni è la Pasqua”: il cuore della festa era l’offerta degli agnelli che venivano poi consumati nella cena pasquale; “pasqua” infatti significa “passaggio” e il termine allude al passaggio dell’angelo che aveva risparmiato i primogeniti degli ebrei vedendo gli stipiti delle porte segnati col sangue dell’agnello. Ora Gesù, nuovo agnello pasquale, sarà nutrimento per il nuovo esodo degli uomini tutti e passaggio a una vita nuova, indistruttibile, grazie al suo sangue, cioè al dono della sua vita. E a questo, cioè a farci cibo e a dare vita, anche noi siamo chiamati.