9 Allora vi abbandoneranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. 10 Molti ne resteranno scandalizzati, e si tradiranno e odieranno a vicenda. 11 Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; 12 per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti. 13 Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. 14 Questo vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il mondo, perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli; e allora verrà la fine.
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Mi faccio una domanda davanti a parole come quella che oggi il Signore ci dona e ci affida: perché tutto questo? E quale ne è il significato profondo? Ne vengono a me due risposte, e chissà quante e quali il Signore le suggerirà a voi. E voi comunicatele anche a me!
La prima considerazione che mi viene è che dunque la comunità credente, la Chiesa, non può e non deve ritenersi esente dal male e dal peccato! Non sarebbe il luogo della salvezza se non conoscesse lei stessa la salvezza dal male e dalla morte. E’ dunque una Chiesa esperta di misericordia perché è viva solo per la misericordia divina che riceve!
Tra l’altro, è impressionante vedere come il male divida e porti inimicizia proprio all’interno della comunità credente, come ascoltiamo dal ver.10. Proprio dalla Chiesa e nella Chiesa “sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti (ver.11). E, terribile, il ver.12: “Per il dilagare dell’iniquità, si raffredderà l’amore di molti”!! Una Chiesa dunque che non può giudicare chi è fuori da lei se innanzi tutto non si sottomette al giudizio divino nei suoi confronti.
Il secondo suggerimento che mi danno queste Parole di Gesù mi porta a pensare che in tal modo, sia perché è perseguitata, sia perchè è sconvolta anche al suo interno, la Chiesa umilmente e drammaticamente celebra in se stessa la passione del Signore! La morte!
Al ver.13 compare, splendido, uno dei “verbi” privilegiati della fede cristiana, qui reso male con quell’ “avrà perseverato”, e cioè quella volontà-capacità di “restare sotto”, di celebrare nell’umiltà della sottomissione il mistero del Signore che si è fatto umile fino all’obbedienza della Croce! Dei peccatori noi discepoli non possiamo essere i giudici, ma semplicemente i fratelli. Questa umiltà, dice il ver.13, è la nostra via della salvezza. Ed è in essa che “questo Vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il mondo”! (ver.14). La “testimonianza a tutti i popoli” sarà proprio quella che noi annunceremo nella nostra stessa vita di peccatori salvati. Di “morti” risuscitati dal male e dalla morte per una vita nuova di misericordia e di pace.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.