1 Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. 2 Egli disse loro: «Non vedete tutte queste cose? In verità io vi dico: non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sarà distrutta».
3 Al monte degli Ulivi poi, sedutosi, i discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: «Di’ a noi quando accadranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo».
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Questo “uscire” di Gesù dal tempio è definitivo. Mi sembra che nella memoria evangelica di Matteo non vi sia altra sua presenza in questo luogo.
Assume quindi significato simbolico la frase seguente: “gli si avvicinarono i suoi discepoli”: Gesù stesso diventa il “luogo” dove ci si riunisce per incontrare Dio!
I discepoli vogliono “fargli osservare le costruzioni del tempio”. Ma quelle antiche costruzioni, ora ancora una volta restaurate e rinnovate, esse stesse “profetizzano” la Persona del Messia! Per questo Egli dice: “In verità io vi dico: non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sarà distrutta”. Preannunciando la distruzione materiale del tempio Gesù proclama la fine della preparazione e della profezia del Messia del Signore.
Quel tempo è finito! La sua memoria deve rimanere perché senza la profezia non si può cogliere e accogliere l’adempimento della profezia stessa. Senza la memoria viva della Prima Alleanza, dell’Antico Testamento non si può cogliere e accogliere il Nuovo Testamento, la Nuova Alleanza.
Matteo 24-25 custodiscono e ci donano il grande “discorso escatologico”, cioè il discorso delle fine e del fine di tutto nella nuova creazione e della nuova storia portate e donate dal Figlio di Dio a tutta l’umanità.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.