23 In quello stesso giorno vennero da lui alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogarono: 24 «Maestro, Mosè disse: Se uno muore senza figli, suo fratello ne sposerà la moglie e darà una discendenza al proprio fratello. 25 Ora, c’erano tra noi sette fratelli; il primo, appena sposato, morì e, non avendo discendenza, lasciò la moglie a suo fratello. 26 Così anche il secondo, e il terzo, fino al settimo. 27 Alla fine, dopo tutti, morì la donna. 28 Alla risurrezione, dunque, di quale dei sette lei sarà moglie? Poiché tutti l’hanno avuta in moglie». 29 E Gesù rispose loro: «Vi ingannate, perché non conoscete le Scritture e neppure la potenza di Dio. 30 Alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo. 31 Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: 32 Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Non è il Dio dei morti, ma dei viventi!». 33 La folla, udendo ciò, era stupita dal suo insegnamento.
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Da quando il Figlio di Dio è venuto tra noi tutta la creazione e tutta la storia sono diventate “segno” di Lui! Questa affermazione, che può sembrare una certa “svalutazione” di tutto quello che non avrebbe rilevanza e valore in se stesso, ma l’avrebbe appunto come “segno”, in realtà dona un valore straordinario sia alla creazione sia alla storia! Ricordo che anche per me questo pensiero è stato di notevole fatica, ma poi, piano piano – e ancora sono ben lontano dalla fede profonda! – tutto è diventato più prezioso appunto perché segno del Signore!
Quella che oggi incontriamo è l’ironica “parabola” dei sadducei che non credono nella risurrezione, narrazione che si conclude con il quesito su chi dei sette uomini che hanno sposato la stessa donna sarà suo marito nella risurrezione. Ed è qui che si apre il tema prezioso del “segno”. Gesù dice: “Alla risurrezione non si prende moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo” (ver.30).
Il matrimonio è, sulla terra, “sacramento”, cioè, appunto, “segno” delle grandi nozze e della eterna comunione d’amore che, in Gesù Cristo, unisce tutta l’umanità e tutta la creazione nel vincolo d’amore con Dio! Di questo, il matrimonio – come la consacrazione nella verginità – è segno sublime!
Per questo dicevo che dalla fede cristiana il matrimonio non è “svalutato”, ma, al contrario, rivela e custodisce la comunione d’amore che unisce Dio a tutta la creazione e a tutta la storia! I sadducei non credono nella risurrezione, ma Dio “non è il Dio dei morti, ma dei viventi”! (ver.32). Questo è in certo senso il suo nome! Egli stesso dice “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”: è citazione di Esodo 3,6.
Dunque, la comunione d’amore tra l’uomo e la donna è il segno della comunione nuziale di Dio con la creazione e con la storia, che Gesù è venuto a salvare dal male e dalla morte, per ricondurre a Dio tutto e tutti!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Anche noi ci interroghiamo sulla risurrezione e Gesù ci dà oggi delle preziose indicazioni. Intanto, fidarsi delle Scritture; e queste ci dicono che siamo già risorti a nuova vita e siamo in una comunione indistruttibile con Dio. Questo è possibile per “la potenza” di Dio, cioè per la forza del suo Spirito: lo Spirito vivificante che risiede in noi. La vita della risurrezione, poi, non è un ripristino delle condizioni attuali di vita: non si prenderà moglie o marito, ma saremo come “angeli nel cielo”, cioè partecipi della vita stessa di Dio. Non sarà però qualcosa di astratto, di evanescente…, perché Dio è quello di Abramo, Isacco e Giacobbe: è il Dio della storia e della nostra storia.