29 Mentre uscivano da Gerico, una grande folla lo seguì. 30 Ed ecco, due ciechi, seduti lungo la strada, sentendo che passava Gesù, gridarono dicendo: «Signore, figlio di Davide, abbi pietà di noi!». 31 La folla li rimproverava perché tacessero; ma essi gridavano ancora più forte: «Signore, figlio di Davide, abbi pietà di noi!». 32 Gesù si fermò, li chiamò e disse: «Che cosa volete che io faccia per voi?». 33 Gli risposero: «Signore, che i nostri occhi si aprano!». 34 Gesù ebbe compassione, toccò loro gli occhi ed essi all’istante ricuperarono la vista e lo seguirono.
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Nei due ciechi possiamo vedere i due discepoli ambiziosi dei versetti precedenti: gridano al “figlio di Davide”, al Messia della tradizione, potente e vincitore, quello che Gesù non intende essere. Gesù apre i loro occhi, come apre gli occhi dei discepoli di tutti i tempi: ci fa vedere la verità di Dio, il suo vero volto, di Padre amante degli uomini, compassionevole e sempre fedele…; e la verità dell’uomo, nella sua dignità, libertà e benessere, chiamato a essere figlio di Dio e partecipe della condizione divina. Gesù ha detto che questo “miracolo”, cioè aprire gli occhi ai ciechi, lo possiamo fare anche noi, è un compito che egli ci ha affidato: testimoniare, nel modo che è proprio ad ognuno, le meraviglie di Dio. – Riprendiamo le parole dei due di Gerico: Signore, aiutaci! Che i nostri occhi si aprano!
Lasciando Gerico, Gesù si incammina per Gerusalemme, per la ripida salita verso la città.
Ma lungo quella strada che Egli percorre seguito da una grande folla due ciechi lo stanno aspettando perché sanno che Egli deve di lì passare.
Per il nostro cammino dietro al Signore l’episodio è molto importante.
Essi, infatti, sono ciechi! (ver.30).
Il rischio grande è che Gesù passi, ma non lo si veda e non lo si possa seguire in questo suo ultimo e decisivo tratto di strada tra noi!
Scrivo oggi questi appunti proprio da Gerusalemme, ed è decisivo che il Signore mi regali di poterlo vedere!
Uniamoci ai due ciechi e al loro grido di supplica: “Signore, figlio di Davide, abbi pietà di noi!”.
Può accadere anche a noi di incontrare qualche opposizione al nostro grido.
Gridiamo dunque “ancor più forte: “Signore, figlio di Davide, abbi pietà di noi!” (ver.31).
Il dialogo con Gesù, che si ferma e ci chiama, è semplice ed essenziale! Bisogna che i nostri occhi si aprano! Tutto il senso della nostra vita è di poterlo vedere, e di vedere quindi tutta la meraviglia che la sua presenza genera e rivela!
Della nostra cecità, del nostro essere nelle tenebre, del nostro essere impediti di camminare dietro a Lui: di questo siamo feriti!
Ogni nostro male deriva da questa esclusione dal poterlo vedere e seguire.
Gesù ha compassione di noi! Questo è il Vangelo!
Gesù non condanna i nostri occhi spenti, incapaci di vederlo, ma li tocca!
Oggi è il giorno di questo nostro luminoso incontro con la sua luce!
L’ultimo versetto ci ricorda che non siamo nati ciechi, ma lo siamo diventati per le tenebre che ci hanno assalito e gettato nel buio dei nostri mali.
Ora, oggi, anche noi possiamo recuperare la vista e seguirlo verso Gerusalemme per celebrare con Lui la sua e la nostra Pasqua!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.