17 Mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: 18 «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte 19 e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».
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La preziosa opportunità di questi progressivi annunci che della sua Pasqua Gesù ha dato ai discepoli si rivela soprattutto per come in questo modo viene annunciato a tutta l’umanità il segreto profondo della nuova esistenza umana, il suo significato e il suo fine. Il vangelo, infatti, non è solo una “notizia”, e non è solo una notizia riguardante la persona di Gesù, ma è “il dono” della vita nuova a ciascun uomo e donna della terra.
Di tutto questo la Pasqua è la fonte, la sostanza e l’apice! Tale evento dice il significato profondo della vita e della morte, e dice quello che sempre accade e sempre “deve accadere”: è l’obbedienza fondamentale, ed è il codice morale di ogni vita personale e collettiva.
Il dono della Liturgia domenicale e feriale è per me la pienezza della misericordia e del dono di Dio. Dove sta andando la nostra vita? A Gerusalemme. Lungo questo cammino verso la città del cielo Gesù prende i suoi discepoli “in disparte”, nell’evento prezioso della parola e del Pane della vita. La celebrazione non è mai ripetitiva, ma sempre nuova, sempre ricca di novità e di ulteriorità. Tale mi sembra il motivo di questi “tre annunci” che il Vangelo ci dona “lungo il cammino” (ver.17) della vita.
E’ affascinante l’intreccio tra quel “noi saliamo a Gerusalemme” e l’evento pasquale di Gesù: tra Lui e noi si sono stabilite una relazione e una comunione che ci rende tutti partecipi della sua Pasqua che diventa la nostra Pasqua.
Il verbo “consegnare” è presente al ver.18 (“sarà consegnato…lo consegneranno”) e al ver.19 (“lo consegneranno”). Ma chi è il vero ultimo autore di questa “consegna”? S.Agostino interpreta in modo sublime il significato e la potenza di questo verbo e dice che è il Padre a consegnare il Figlio; e il Figlio è consegnato dal Padre per la salvezza di tutta la creazione e di tutta la storia.
In questo terzo annuncio pasquale Gesù viene “consegnato” ai pagani! Il verbo ha un suo significato immediato che è evidentemente negativo. Ma porta in sé anche il significato positivo di una trasmissione, di un dono! La Croce e la Risurrezione sono il principio della nuova creazione e della nuova storia! Quando celebriamo la divina Liturgia noi facciamo memoria della Pasqua di Gesù. Ma in Lui celebriamo e annunciamo il mistero della nostra vita nuova e il mistero della morte e risurrezione di tutti e di tutto. Non si muore più: si fa Pasqua!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.