53 Terminate queste parabole, Gesù partì di là. 54 Venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? 55 Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? 56 E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». 57 Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». 58 E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Seleziona Pagina
Venuto nella sua patria, venuto nella sua terra: Gesù ha una terra, come ognuno di noi. È il luogo delle radici, dell’infanzia, dove ogni uomo incorpora valori, modi di vivere, legami indissolubili. E infatti per i suoi compaesani egli è il figlio del falegname, di Maria… eppure egli annuncia cose che li lasciano stupiti e … increduli. Perfettamente uomo come noi, ha condiviso in tutto la nostra condizione umana.
Si chiude oggi il tema delle parabole e si annuncia e già si intravede l’oggetto privilegiato del capitolo successivo.
Dato un rapido sguardo in avanti, forse possiamo pensare a Mt.14 come a “Meraviglia e scandalo della fede”.
Ricordiamo però che il tentativo di individuare il tema centrale è inevitabilmente esposto a vaghezza e superficialità!
In ogni modo la Parola che oggi conclude Mt.13 ci porta appunto nella meraviglia e nel dramma della fede, che è il supremo dono di Dio alla creazione e alla storia.
Lo “stupore” (ver.54) davanti all’insegnamento e ai miracoli del Signore è esposto a due conseguenze opposte tra loro che possiamo pensare come accoglienza o rifiuto del dono della fede!
La “domanda importante” nella gente è quel “da dove gli vengono?” che può preludere alla fede, o, all’opposto, allo scandalo!
In ogni modo, la fede non è mai “conseguenza obbligata”, ma resta sempre dono!
Nel nostro brano tutto naufraga in un rifiuto della gente!
Così il dono della fede viene rifiutato nella pretesa di sapere e potere cogliere la realtà e quindi limitarla e condizionarla a quello che si può umanamente capire!
La pretesa è quella di conoscere e quindi di capire!
Questo “pretendere” porta addirittura allo scandalo (ver.57)!
La reazione del Signore è umile e profonda!
Così, Egli si colloca nella storia e nella tradizione dei profeti, spesso o quasi sempre “rifiutati” dalla gente!
E’ di estremo interesse e rilievo che il “rifiuto” nasca dalla considerazione che la realtà umana del profeta – e quindi, ora, anche di Gesù! – è reale e ben nota!
Ma qui sta proprio la meraviglia del dono della fede, che è il venire e l’irrompere del divino nella povertà della storia umana!
Evento che non rifiuta la realtà dell’uomo e della storia, ma la vede e la proclama visitata dal dono di Dio!
Viene lo scandalo proprio perché si rifiuta la fonte e il cuore dell’agire di Dio nella povertà umana della storia!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.