18 Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19 Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20 Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21 ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».22 Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
23 Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele,che significa Dio con noi. 24 Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; 25 senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.
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Matteo pone in grande rilievo la persona di Giuseppe e la sua fede. Al punto che la Parola che oggi riceviamo dalla bontà del Signore mi sembra possa qualificarsi come “l’annuncio dell’Angelo a Giuseppe”! Un singolare “parallelo” con l’annuncio a Maria di Luca 1, 26-38. E questo induce a considerare anche il legame tra il testo di oggi e quello precedente, dove la genealogia di Gesù da Abramo giungeva sino a Giuseppe, “lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo”(Mt.1,16). E’ Giuseppe dunque a consentire che Gesù sia “figlio di Davide, figlio di Abramo” (Mt.1,1).
Il dramma di Giuseppe lo stringe tra la sua condizione di “uomo giusto” che agisce in fedeltà alla Legge, e di “uomo giusto” che non vuole accusare pubblicamente Maria. La visita dell’Angelo avviene per lui “in sogno”: evocazione dell’antico Giuseppe, il sognatore? In ogni modo un intervento divino più severo e perentorio: nel sogno sembra non esserci la possibilità di quel “dialogo” che in Luca 1 Maria intrattiene con l’Angelo che la visita. E’ interessante in ogni modo custodire vivo il confronto tra le due “annunciazioni”: osserviamo come è preziosa la presenza in entrambi dell’invito angelico: “Non temere!”. E qui il “non temere” è in riferimento alla sposa, perché “quello che è generato in lei viene dallo Spirito Santo” (ver.20). Ed è splendido l’accostamento , al ver.21, tra “ella darà alla luce un figlio” e “tu lo chiamerai Gesù”! E’ Giuseppe che deve dare il nome al Bambino. In questo modo egli esercita verso il Bambino la sua paternità. E il Bambino porta un nome, Gesù, di supremo significato: Gesù è termine ebraico che significa “Dio salva” o “salvezza di Dio”. A questo nome se ne accosta un altro, al ver.23, adempimento della profezia di Isaia 7,14: “Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa Dio con noi”.
Giuseppe è veramente “paradigma” della fede. E’ interessante che il verbo reso al ver.24 con “si destò”, spesso nella Scrittura si riferisce all’evento della risurrezione! Dunque, il sonno e il sogno come celebrazione della morte di un uomo vecchio e risurrezione della nuova creatura. Per una storia nuova: “prese con sé la sua sposa”. E’ l’assunzione piena di un mistero che solo la fede può illuminare.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Ecco “la genesi” di Gesù, il principio di tutto: i suoi due nomi ci danno la sintesi di quanto ha inizio con la sua nascita. Si chiamerà “Salvatore” perché salverà il popolo dai peccati. Non solo le colpe, i comportamenti sbagliati di ognuno di noi, ma anche e soprattutto da quello che nel Vangelo di Giovanni è chiamato “il peccato del mondo”: quella cappa di negatività, di male, che ci avvolge e ci condiziona. Si chiamerà “Emmanuele”: è la certezza di avere “Dio con noi”, tra noi. Non c’è bisogno di sforzarsi per andare a lui, perché lui si è fatto uno di noi; non dobbiamo salire chissà dove, perché lui è sceso nella nostra umanità, nella nostra terra.
Non temere..
Giuseppe considera le cose..ascolta l`angelo del Signore..obbedisce..prende con sé Maria..Gesù..
La vita di Giuseppe si arricchisce,si trasforma,si dilata..senza che lui abbia cercato niente.
È la vita di ogni cristiano,visitata e rinnovata nello Spirito?
Non più soli ma ….`Dio con noi`..
Senza paura.
Meraviglioso e delicatissimo inizio della nostra salvezza, tutto aggrappato alla benevolenza di Giuseppe che non si lascia catturare dalle apparenze, rifiuta di credere all’adulterio e quindi di consegnare la sua sposa alla lapidazione. Mi pare che la sua benevolenza sia tutta legata al suo essere giusto: uomo che ascolta e osserva la Parola di Dio. Così, quando Dio gli parla direttamente, Giuseppe, esperto dell’ascolto, è in grado di rispondere con prontezza. E Dio fa compiere un ulteriore balzo in avanti inaspettato a tutta la storia: non tiene Giuseppe buono in un angolo, muto spettatore di una storia più grande di lui che lo ha privato dell’intimità con la sua sposa; al contrario: lo coinvolge, lo mette al centro della vicenda, mette tutto nelle sue mani. Da quel momento sarà a lui condurre la partita, a guidare la famiglia, la sua famiglia. Il giusto Giuseppe custodirà e accompagnerà Gesù, l’Emmanuele, sempre ascoltando, e a volte anche poco comprendendo, e alla fine i risultati si vedranno: l’umanità di Gesù così forte, paziente e coraggiosa, così ricca di amore e di amicizia, deve tanto al falegname di Nazaret e alla sua sposa amata.