20 Allora si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: 21 «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. 22 Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. 23 E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! 24 Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sòdoma sarà trattata meno duramente di te!».
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ll verbo che al ver.20 è reso con il termine “rimproverare” è molto duro e compare in pochi altri luoghi, ma per esempio è detto dei due crocifissi con Gesù, che lo ”insultano” (Marco 15,32)! Sia il contenuto di questo messaggio, sia il suo linguaggio, devono essere intesi come propri del rimprovero profetico. Su questo, bisogna aver chiaro che la profezia non vuole qui essere il preannuncio di quello che certamente accadrà, ma vuole che la sua severità porti alla conversione. Dunque non è previsione del futuro, ma incitamento a che non avvenga!
Quello che mi sembra più importante è il rapporto tra dono di Dio e giudizio: il dono del Signore diventa allora la nostra responsabilità! “I prodigi che ci sono stati in mezzo a voi” (vers.21 e 23) sono le vie preziose della conversione e della vita nuova! La misericordia del Signore non esclude nessuno e vuole raggiungere tutti. A noi è chiesto di accoglierla!
Mi piace seguire il consiglio che mi dà mio fratello Francesco che per il termine reso in italiano con “meno duramente”, mi suggerisce la versione letterale “più sopportabile”: dunque il giudizio divino è radicalmente connesso con la storia di ciascuno. Noi abbiamo ricevuto molto!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.