8,34 Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 35 Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. 36 Infatti quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita? 37 Che cosa potrebbe dare un uomo in cambio della propria vita? 38 Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi». 9,1 Diceva loro: «In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto giungere il regno di Dio nella sua potenza».
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COMMENTO Famiglie della Visitazione:
“Perdere” la propria vita, e perderla per salvarla, significa unirsi a Gesù per celebrare nella nostra piccolezza quello che Lui ha offerto per la salvezza di tutta l’umanità e di tutta la creazione. Questa perdita è dunque una spesa totale. Perdere la vita vuol dire obbedire fino alla croce, e quindi perdere la vita offrendola. La “salvezza” della vita è dunque farne la celebrazione del grande sacrificio d’amore, che con la sua croce Gesù ha offerto al Padre.
In questo quadro “rinnegare” se stessi vuol dire abbandonare tutto quanto è in noi di ostacolo lungo il cammino di discepoli dietro a Gesù.
Non “vergognarsi” del Signore e delle sue parole implica la fedeltà a Lui fino alla croce e l’offerta della nostra vita come evento e segno supremo della nostra fede in Lui e della nostra comunione con Lui.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco