20 Entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. 21 Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
22 Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». 23 Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? 24 Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; 25 se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. 26 Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. 27 Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. 28 In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; 29 ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». 30 Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».
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COMMENTO Famiglie della Visitazione (Giancarlo Micheletti):
Torna di nuovo al v.20 il discorso della folla. Sappiamo da episodi precedenti che è una folla che cerca Gesù per essere guarita dalle infermità e dagli spiriti cattivi, così numerosa da invadere la sua vita, al punto che Gesù e suoi discepoli non potevano neppure mangiare.
Compare al v.21 un nuovo gruppo di persone, i suoi (i parenti, che ritorneranno in modo esplicito al v. 31, nel brano successivo? Oppure amici e conoscenti?). A loro non piace quello che sta succedendo a Gesù, la sua totale immersione tra quella gente, vogliono ristabilire l’ordine, riportarlo a casa. Dicevano infatti: «È fuori di sé»: la frase è interessante, il senso immediato è chiaro, vogliono indicare che Gesù ha perso il lume della ragione. Ma uscire da sé non è il movimento dell’amore? E chi ama intensamente non sembra aver perso il senno? A S. Francesco d’Assisi non è successo lo stesso? E non potrebbe succedere a noi, invece, di collocarci tra quelli che non vogliono il “disordine” di una vita appassionata e dedicata?
C’è un terzo gruppo di persone, gli scribi (v.22). Sono scesi da Gerusalemme, dalle altezze dei loro sistemi religiosi, per scendere in mezzo alla vita pulsante e caotica che si svolge attorno a Gesù. Non hanno dubbi: Gesù è un indemoniato e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni. Gesù inizia un discorso che lo porterà a denunciare la estrema gravità dell’accusa degli scribi, il loro modo di pensare li porterà alla rovina, saranno rei di colpa eterna.
Se consapevolmente si separeranno dalla sorgente della salvezza, se saranno come chi avrà bestemmiato lo Spirito Santo chi potrà salvarli? Se non vorranno riconoscere le loro debolezze, se nel loro orgoglio sottovaluteranno il male che li minaccia, la forza di colui che vuole saccheggiare quello che c’è di bello nella loro casa, come potranno conoscere l’inviato di Dio, il forte che vincerà il nemico rapinatore? Se considereranno la casa e il regno dell’avversario come una cosa debole che non si regge in piedi, che può giusto insidiare quei poveretti che vanno da Gesù ma non loro, così esperti e navigati delle cose di Dio, chi potrà salvarli?
Nel pronunciare il suo severo giudizio sugli scribi, Gesù però testimonia solennemente che tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno, cosi ha voluto il Padre che lo ha mandato.
Dio ti benedica. E voi pregate per noi.
Francesco e Giovanni.