1 Entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, 2 e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. 3 Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». 4 Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. 5 E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. 6 E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. 7 Gesù, intanto, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea 8 e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidone, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. 9 Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. 10 Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. 11 Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». 12 Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.
Seleziona Pagina
COMMENTO Famiglie della Visitazione (Giancarlo Micheletti):
È di nuovo il sabato al centro della controversia. Siamo passati di nuovo alla sinagoga, al luogo dell’ascolto della parola di Dio e della celebrazione dell’attesa del Messia, che però è diventato un “sistema religioso” duramente ostile alle novità che Gesù di Nazareth è venuto a rivelare. Un “sistema religioso” che può essere spietato, che vede nell’uomo sofferente che aveva una mano paralizzata un possibile strumento di accusa contro Gesù. Infatti, i precetti sul sabato proibiscono in quel giorno di praticare le cure, salvo i casi di grave necessità o di pericolo di vita. Quei Giudei, nel loro cinismo, sanno che Gesù si piega su ogni tipo di malattia e sperano che questo lo induca a violare il sabato.
La reazione di Gesù è impressionante: vieni qui in mezzo (v. 3). Mette al centro il cuore del problema di ogni essere umano, il dramma di una vita chiamata alla bellezza, alla grandezza, alla piena realizzazione di sé stesso, rovinata dalla vulnerabilità, inaridita dalla debolezza a cui il peccato la costringe. Le domande di Gesù sembrano puramente retoriche, perché c’è una sola risposta possibile, ma dall’altra tremende: è lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla? (v. 4). La bellezza del sabato, la speranza che, cessando ogni nostra attività, risplenda almeno per un giorno l’attività salvatrice e redentrice di Dio, come si fa a ridurla a una cosa che schiaccia la gente, che calpesta i sentimenti umani più semplici e più veri?
Al v.5, guardando gli accusatori che tacciono, è bellissima la descrizione dell’indignazione (lett: ira) di Gesù, rattristato per la durezza dei loro cuori (la Vulgata traduce: caecitate cordis eorum, la cecità del loro cuore). C’è già in questo versetto un’eco della passione di Gesù: la sua ira è lo zelo profondo che lo porterà a sacrificare la propria vita per la salvezza dell’umanità. La sua ira è come un giudizio che vuole portare alla salvezza, è rivolta contro la malattia più difficile da curare, la durezza del cuore, l’orgoglio.
Gesù non esita alla fine a fare del bene e salvare una vita: guarisce la mano inaridita. Immediatamente (v.6) scatta invece la reazione mortifera di fare del male e di uccidere, il richiamo alla passione e morte di Gesù diventa esplicito: tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
La scena cambia di nuovo, Gesù è sulla riva del lago, il suo seguito si è allargato, arriva gente da tutte le parti, da sud (Idumea), dal centro (Giudea e Gerusalemme), ma anche dal nord (Tiro e Sidone) e da est (Transgiordania), zone prevalentemente pagane. Gesù sembra immerso in questo caos, non si ritrae, non si sottrae a questa marea di gente bisognosa di essere guarita. Gli spiriti del male gli sono sottomessi, cadono ai suoi piedi. Ritorna il tema, già visto in Mc 1, 24-26: i demoni conoscono la verità sull’identità di Gesù, tu sei il figlio di Dio (v.11), ma Gesù impone loro di tacere. C’è un modo di conoscere la verità che a Gesù non piace, che non guarisce, che non salva.
Dio ti benedica. E tu prega per noi.
Francesco e Giovanni.