23 Avvenne che di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. 24 I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». 25 Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? 26 Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». 27 E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! 28 Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».
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COMMENTO Famiglie della Visitazione (Giancarlo Micheletti):
Si ripete in questo brano lo schema delle tre precedenti controversie con i farisei: loro osservano il comportamento dei discepoli di Gesù, contestano quello che secondo loro non va bene e alla fine Gesù approfitta della loro obiezione per dare un insegnamento di carattere più ampio e fortemente innovativo. Quello che i discepoli fanno, cogliere le spighe (v.23), viene assimilato alla mietitura, una delle 39 attività proibite in giorno di sabato: i discepoli violano le norme sul sabato.
Gesù ricorda (vv. 25-26) un episodio narrato in 1 Sam 21, 2-7, in cui Davide, per sfamare sé stesso e i suoi compagni, mangia i pani sacri dell’offerta e fa quello che era permesso solo ai sacerdoti. L’episodio non è relativo al giorno di sabato, è un esempio di come il futuro re Davide e il sommo sacerdote, in quella occasione, abbiano considerato il bisogno di sfamarsi come esigenza superiore al rispetto letterale della legge.
Gesù poi ritorna alla norma relativa al sabato. È utile ricordare che le norme sul sabato, quelle che impongono di cessare da ogni attività in quel giorno, hanno un rilievo molto grande in tutta la tradizione di Israele. La celebrazione della signoria di Dio sul tempo e sulla storia, il fatto che Dio sottrae il tempo alla monotonia della ripetizione ciclica e lo rifà sempre nuovo con i suoi interventi di salvezza ha sempre dato al sabato un significato profetico di liberazione dell’umanità dalle sue schiavitù, di un giorno dedicato all’uomo, alla sua festa, alla speranza di un mondo migliore.
È questa l’obiezione di Gesù del v. 27, presente solo qui e non negli altri sinottici: Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Il sabato è molto di più del rispetto minuzioso delle numerose prescrizioni! La stessa scena iniziale del v.23, quella processione di Gesù e dei discepoli in mezzo alle messi, con i discepoli che, quasi fossero gli operai mandati dal padrone del campo, danno il via alla mietitura, sembra profezia di quella grande mietitura che è la raccolta di tutta l’umanità dispersa, che il figlio dell’uomo è venuto finalmente a radunare (cfr. Gv 4,35-38).
Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato: la celebrazione del sabato custodita nei secoli da Israele parla di lui, del Figlio dell’uomo, la signoria di Dio sul tempo e sulla storia si realizzano nel regno che lui è venuto ad annunciare.
Dio ti benedica. E voi pregate per noi. Francesco e Giovanni.