13 Uscì di nuovo lungo il mare; tutta la folla veniva a lui ed egli insegnava loro. 14 Passando, vide Levi, il figlio di Alfeo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. 15 Mentre stava a tavola in casa di lui, anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù e i suoi discepoli; erano molti infatti quelli che lo seguivano. 16 Allora gli scribi dei farisei, vedendolo mangiare con i peccatori e i pubblicani, dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangia e beve insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 17 Udito questo, Gesù disse loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
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COMMENTO Famiglie della Visitazione (Giancarlo Micheletti):
L’annotazione tutta la folla veniva a lui acquista un rilievo particolare in relazione alla chiamata di Levi e a quello che succede dopo. Come dire: “tutti, nessuno escluso”? In realtà sembra che quelli che si ritengono sani siano esclusi (v.17), ma forse agli occhi Gesù non è escluso proprio nessuno, perché tutti, nella loro verità più profonda, hanno bisogno di lui.
Il racconto di vocazione è molto simile a quello dei primi quattro discepoli (Mc1,16-20), siamo in riva al mare, Gesù passa e vede una persona (v.14), che è al lavoro, come i pescatori; ma è il mestiere di Levi che fa la differenza rispetto all’altro racconto, un mestiere odioso e malfamato. La probabile ricchezza di Levi fa rabbia, è frutto di un lavoro disonesto e anche sospetto dal punto di vista religioso e cultuale, perché il contatto con i dominatori pagani era causa di impurità. Dunque lo sguardo di Gesù si posa su quell’uomo e lo trova così com’è, piuttosto malmesso, diremmo noi; non c’è traccia di esami preventivi, di rimproveri o ramanzine. E Levi, chiamato, si aggiunge alla lista dei rialzati, dei risorti e si mette a seguire Gesù. Questa è la cura di Gesù per le malattie profonde dell’umanità: una elezione di amore assoluta e spropositata, a cui di solito segue la resa densa di felicità del povero peccatore.
C’è poi il racconto del pasto (v.15). Il parallelo di Luca toglie ogni dubbio su chi sia il padrone di casa: Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa (Lc 5,29). Anche molti pubblicani e peccatori erano a tavola con Gesù: ecco finalmente è chiara la categoria a cui Levi apparteneva. Sono accorsi in molti e sono a tavola con Gesù. La reazione degli scribi dei farisei è ovviamente legittima, ma Gesù dichiara la sua totale lontananza da quella mentalità. La missione che gli è stata affidata dal Padre è la cura dei malati e dei peccatori: questa e la buona notizia annunciata da Gesù. Ma c’è anche un monito severo per i farisei e per tutti quelli che ascoltano oggi queste parole: non è così difficile cadere nell’errore dell’auto-idolatria, dell’auto-sufficienza e correre il rischio di auto-escludersi da tutta la folla che veniva a lui e che era alla ricerca della parola di salvezza che usciva dalla sua bocca.
Dio vi benedica e voi pregate per noi. Giovanni e Francesco