16 Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. 17 Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. 18 Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». 19 E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. 20 Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.
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COMMENTO Famiglie della Visitazione:
I gesti offensivi messi in atto dai soldati prima della crocifissione mettono in evidenza la parte che Gesù viene a occupare nella storia della salvezza: Egli è il segno e la presenza di tutti coloro che vengono feriti nella loro sovranità; infatti quello che della Persona del Signore viene aggredito è il suo “titolo” di Re dei Giudei (18 Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!»). L’aggressione e la violenza contro una creatura umana è sempre aggressione del Figlio di Dio che si è fatto uomo per rinnovare e salvare in ogni creatura umana lo stesso Figlio di Dio! E più ancora: ogni aggressione contro una creatura umana è aggressione contro la regalità del Figlio di Dio che è in essa! Ogni persona, infatti, porta in sé il mistero del Figlio di Dio! Nella Persona di Gesù è resa presente ogni persona umana! Da quando il figlio di Dio se è fatto uomo e ha preso un corpo come quello di ogni creatura umana il corpo di ogni essere umano è diventato sacro e inviolabile. Gesù, nell’episodio dell’unzione di Betania (Mc 14, 3-9), dice che la donna ha onorato, ha unto in anticipo il suo corpo per la sepoltura. Ma poco prima aveva parlato dei poveri, che avremo sempre con noi. I corpi dei poveri, dei malati, i corpi di quelli che non valgono niente ci parlano di Gesù, del suo corpo dolente e ferito per i nostri peccati. Quei corpi li avremo sempre con noi per onorare in loro il nostro Signore.
Dio ti benedica. E tu prega per noi. Giovanni, Francesco e Giancarlo M.