10 Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù. 11 Quelli, all’udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro. Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno. 12 Il primo giorno degli Azzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 13 Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. 14 Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. 15 Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». 16 I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua. 17 Venuta la sera, egli arrivò con i Dodici. 18 Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». 19 Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro: «Sono forse io?». 20 Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. 21 Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo, dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!».
Marco 14,10-21

COMMENTO Famiglie della Visitazione:
Nei vv. 11-12 si consuma il tradimento di Giuda. Il testo è essenziale e drammatico. Giuda è uno dei Dodici: possiamo andare con la mente a tutti i passaggi del vangelo in cui si parla dei dodici che Gesù ha scelto uno per uno, della loro vita comune con Gesù, all’invio per la missione con il potere sui demoni, ai miracoli cui hanno assistito e pensare che c’era anche lui. La motivazione per cui va dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù non è detta. Specie nel racconto di Marco, il denaro non sembra essere il motivo determinante del tradimento.
Il tradimento di Giuda, il suo utilizzare la sua intimità con Gesù per fare in modo che l’arresto avvenga senza provocare tumulti dalla folla è un atto terribile. D’altra parte, il complotto per far morire Gesù è in atto fin dall’inizio della sua attività pubblica in Galilea (cfr Mc 3, 6). Già al secondo annuncio della passione Gesù dice: il figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno (Mc 9, 31), secondo quello che Pietro, nel suo annuncio solenne dopo la Pentecoste, definisce il disegno di Dio: Gesù fu consegnato a voi [uomini di Israele] secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio (Atti 2, 23).
Durante la cena c’è lo svelamento del traditore: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà (v. 17). Dentro questa frase c’è il riferimento a un salmo: anche l’amico in cui confidavo, che con me divideva il pane, contro di me alza il suo piede (Sal 40, 10). Gesù interpreta quello che succede con i salmi, antico libro di preghiera e, nello stesso tempo, libro nuovo e aperto che spiega e rivela ogni aspetto della vicenda umana di ogni generazione.
Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l’altro «Sono forse io?» (v. 19): in altre occasioni abbiamo visto reazioni un po’ spavalde e incaute da parte dei discepoli, ma in questo caso la coscienza dolorosa del male è molto profonda, il traditore potrei essere anche io, chi può essere sicuro della sua innocenza?
Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui (v.21): Gesù conosce il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, per il quale lui deve essere consegnato.
Ma guai a quell’uomo, dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito: il tremendo compito toccherà a Giuda. Quelle parole di Gesù esprimono sicuramente lo sdegno per il male che lo colpisce in quel modo e lo espone ad un dolore così intenso.
Ma rispetto al giudizio su Giuda, che cosa possono dire persone come noi, che hanno pensato: «Sono forse io?»?
Dio ti benedica. E tu prega per noi. Giovanni, Francesco e Giancarlo M.