28 Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. 29 Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. 30 In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. 32 Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre. 32 Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre. 33 Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. 34 È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. 35 Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; 36 fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. 37 Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».
Omelia dialogata messa Dozza 09.11.2020 Mc 13,28-37
Omelia messa a Le Budrie 09.11.2020 Mc 13,28-37 – Saluto per Santino Callegati
COMMENTO Famiglie della Visitazione:
Rispetto all’andamento consueto della Parola del Signore, ci troviamo davanti ad un’interessante “novità”: mentre di solito è la Parola ad illuminare la storia, qui è la storia – e cioè ciò che accade: ad esempio il ramo del fico che si intenerisce! – ad illuminare la Parola!
Dalla pianta di fico imparate la parabola (v.28): il fico germoglia tardi in primavera e quindi l’estate è ormai vicina. Gesù ha indicato quali saranno i segni premonitori (guerre, persecuzioni, la grande tribolazione), quando accadranno sarà segno che egli, il Figlio dell’uomo, è vicino, è alle porte. La lezione da imparare dal fico è che la parola di Gesù la si può vedere mentre accade, perché si compie: tutto quello che ci circonda, la natura, tutta la storia parla misteriosamente di lui. L’intenerirsi del ramo è il segno della storia che il vangelo ci rivela! La lezione per noi è che ci vuole un modo nuovo per guardare alla realtà, capace di coglierne questo significato profondo e segreto: è evidente che non c’è posto per il catastrofismo ma solo per la speranza, di cui il germoglio del fico è il segno.
C’è allora una risposta sul “quando”? Nessuno lo sa (v.32), nemmeno il Figlio. Gesù, nella narrazione evangelica, sembra conoscere bene quello che sta per succedere, come quando predice il tradimento di Pietro. Questa sua frase ci parla di una esistenza completamente consegnata alla obbedienza al Padre e ai tempi da lui stabiliti. Questo vissuto di fondo del Figlio dell’uomo diventa un insegnamento fondamentale per i suoi discepoli: il tempo non è nostro, l’idea di controllarlo e di dominarlo con i nostri ragionamenti ci porta fuori strada.
Non passerà questa generazione (v. 30): non si conosce l’ora della sua venuta, questo non si significa che è lontana, indefinita, anzi i suoi discepoli devono vivere nell’attesa, potrebbe essere vicina.
Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno (v. 31): c’è questa grande assicurazione e garanzia, non c’è incertezza: la parola di Dio ha creato e regge l’universo, accompagnerà i suoi discepoli fino alla fine e oltre la fine.
Quello che Gesù ha detto sui tempi della sua venuta ha una conseguenza precisa sul nostro vissuto di oggi: fate attenzione, vegliate (v.33). La parabola dà il senso profondo di questa attesa. Il padrone che si è provvisoriamente allontanato da casa ha dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito (v.34). È bellissima questa immagine, lui ci ha dato il potere: la nostra capacità e preparazione può essere modesta, ma questo non è un problema, lui ci ha affidato un compito e ci ha messo in condizione di farlo. C’è una responsabilità ben precisa e determinata per ognuno di noi, una qualche condivisione della signoria, del potere del nostro Signore sulla sua casa che egli ha affidato per un certo tempo a noi: nessuno dica che lui è inutile o che il suo compito lo può fare un altro. Il Signore che ritorna non ci trovi addormentati o sfaccendati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate! (v.37). Questa esortazione a vegliare non è dedicata a una categoria particolare, è per tutti, per noi che ascoltiamo oggi queste parole.
Dio ti benedica. E voi pregate per noi. Francesco, Giovanni e Giancarlo M.