32 Mentre erano sulla strada per salire a Gerusalemme, Gesù camminava davanti a loro ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti. Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: 33 «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, 34 lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà».
1 Commento
Lascia un commento
Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.
Le categorie
- Audio (1.330)
- Audio e Video (624)
- Dalla Chiesa e dal mondo (168)
- Giovanni scrive… (515)
- Giuseppe scrive… (2)
- Incontri e approfondimenti (456)
- La lectio quotidiana (5.094)
- Le nostre notizie (1.037)
- Letture domenicali e festività (959)
- Senza categoria (13)
- Video (156)
Per ricordare Giovanni
Gli ultimi articoli pubblicati
- Omelia di d. Francesco Scimè – Giovedì Santo – 17 aprile 2025
- Omelia di d. Giuseppe Scimè – Giovedì Santo – 17 aprile 2025
- Veglia Pasquale nella Notte Santa (Anno C) – Sabato 19 aprile 2025
- Venerdì Santo – S. Liturgia in “Passio Domini” – 18 aprile 2025
- Incontro di preparazione alla Settimana Santa – 12 Aprile 2025
- Presentazione del Libro “Il Figlio della Promessa. Storia di Isacco” (Luca Miele) – 30 Marzo 2025
- MASCI con d. Francesco Scimè sul tema giubilare della Speranza
- Riflessioni sull’Europa: Alessandro Trabucco – Giuseppe Piperata
- Omelia di d. Giuseppe Scimè – Domenica delle Palme – 13 aprile 2025
- Omelia di d. Andrea Bergamini – Domenica delle Palme (Anno C) – 13 aprile 2025
La traduzione italiana sottolinea il clima di tensione con il quale Gesù si sta avvicinando a Gerusalemme. Non è solo con i dodici, come sembra di capire dal ver.32, dove questi vengono “presi in disparte” ed Egli ”si mise a dire loro quello che stava per accadergli”. Quelli che camminano con loro sono sgomenti e impauriti perché sono davanti alla prospettiva della morte di Gesù. E quindi a quella che umanamente è solo una sconfitta.
Come nei due precedenti annunci della sua Pasqua Gesù parla di Sé in terza persona, e questo sembra sottolineare la portata globale dell’evento. “Il Figlio dell’uomo” assume una fisionomia universale che coinvolge tutti e tutto. Autorità ebraiche e pagani sono entrambi coinvolti nel dramma, anche se forse il soggetto principale sono i capi dei sacerdoti e gli scribi. I verbi che descrivono quello che Gesù dovrà subire esprimono tutto l’orrore in cui la storia dell’umanità è precipitata, e l’abisso in cui è precipitata l’umanità: il Figlio di Dio entra in tutto questo come vittima innocente.
Isolato, resta l’ultimo verbo: “Dopo tre giorni risorgerà”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.