13 Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. 14 Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. 15 In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». 16 E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.
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COMMENTO Famiglie della Visitazione:
Il tema della piccolezza si impone di nuovo alla nostra attenzione. In questo senso il brano di oggi è veramente una cerniera tra il tema dei versetti precedenti, le nozze, e il soggetto protagonista di quello che viene dopo, il giovane ricco.
Non è chiaro dal testo perché i discepoli rimproverano quelli che portano i bambini da Gesù, non si può escludere che fosse banalmente un problema di ressa attorno a Gesù. Lui però vede in quel gesto qualcosa di sbagliato che lo fa indignare, come se i discepoli si stessero comportando da “grandi”, da padroni delle cose di Dio che Gesù sta loro rivelando; invece, dice Gesù, a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio.
Una certa cultura e mentalità anche dei nostri tempi attribuisce ai bambini una certa aurea di purezza e quindi una qualche superiorità morale, rispetto alla inevitabile corruzione degli adulti. Questa mentalità non c’era presso il popolo di Israele: essere come loro non è detto in senso morale, ma nel senso più semplice, oggettivo, esistenziale di piccoli, indifesi, bisognosi di aiuto. A quel tipo di persone appartiene il regno di Dio.
Chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso: il v. 15 aggiunge un elemento importante con i due verbi accogliere ed entrare. Accogliere significa fare posto nella propria vita: se siamo grandi e la nostra vita è già piena di cose va a finire che non c’è posto per la novità del regno di Dio. Nel bambino c’è oggettivamente una situazione di povertà e di apertura.
Il punto successivo è quello di entrare: fare un passo verso il regno di Dio diventa più semplice se alle spalle non si lasciano grandi cose. Viene veramente in mente la prima beatitudine: beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli (Mt 5,3).
Alla fine, al v. 16, Gesù accondiscende in pieno alla richiesta iniziale di chi gli presentava i bambini: li abbraccia e li benedice con il gesto di imporre le mani. Gesù che benedice i piccoli che lo circondano è una immagine potente e in qualche modo riposante e dolce della comunità cristiana.
Dio ti benedica. E tu prega per noi, Francesco, Giovanni e Giancarlo M.