1 Partito di là, venne nella regione della Giudea e al di là del fiume Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare. 2 Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. 3 Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». 4 Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». 5 Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. 6 Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; 7 per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie 8 e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. 9 Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 10 A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. 11 E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; 12 e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».
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Mi sembra molto importante valorizzare la portata del ver.1 e questa folla “che accorse di nuovo a lui e di nuovo egli insegnava loro, come era solito fare”. Mi sembra di grande significato questo incessante insegnamento del Signore a questa folla che continua ad accorrere di nuovo a lui! Si tratta evidentemente di un insegnamento vivo e sempre nuovo. E’ l’esperienza che anche noi facciamo con questa Parola che è antica e sempre nuova. Non una formula, non una verità “statica”, ma un insegnamento che sempre cresce.
Tale è l’affermazione che il nostro testo esprime proprio parlando di tempi diversi! Ci sono i tempi segnati dalla “durezza del cuore” (ver.5) e ci sono i tempi dell’ “inizio della creazione”: c’è dunque una Parola che si adegua ai tempi e che non si impone come norma fuori dal tempo e dalle concrete situazioni. Per questo è di assoluta importanza l’affermazione che il Signore sempre “di nuovo insegnava a loro, come era solito fare”! Il Vangelo non é un “catechismo”, ma la Parola viva di Gesù a noi, a tutti noi e a ciascuno di noi. E questo chiede a noi un incessante ascolto e un’incessante disposizione al pentimento e alla conversione.
Per questo mi sembra molto importante che anche nella realtà della storia e delle situazioni il fatto che noi pecchiamo è chiaramente espresso: ”Commette adulterio” (vers.11 e 12), ma questo non porta nessuna forma di esclusione da cammini di pentimento e di conversione. Da duemila anni il Signore aspetta che la comunità dei discepoli condanni ogni forma di guerra. Ed ha aspettato molti anni per condurci a capire che le Crociate e l’Inquisizione è meglio congedarli! Quanta pazienza ha il Signore con la storia e le sue ferite, e con tutti i “ritardi” della comunità credente! E quanti e quali nostri ritardi noi scopriamo ogni giorno ascoltando il Signore del Vangelo che continua pazientemente ad insegnare. Eppure, da duemila anni il suo Vangelo è tra noi!
Quello che oggi è in ogni modo importante fissare bene è l’importanza primaria e il valore dei vincoli di comunione che nascono dalla Pasqua di Gesù per la quale è stato abbattuto il muro di separazione tra Dio e l’umanità, e l’amore è diventato il precetto fondamentale della fede cristiana.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.