49 Stava ancora parlando, quando arrivò uno dalla casa del capo della sinagoga e disse: «Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro». 50 Ma Gesù, avendo udito, rispose: «Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata». 51 Giunto alla casa, non permise a nessuno di entrare con lui, fuorché a Pietro, Giovanni e Giacomo e al padre e alla madre della fanciulla. 52 Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: «Non piangete. Non è morta, ma dorme». 53 Essi lo deridevano, sapendo bene che era morta; 54 ma egli le prese la mano e disse ad alta voce: «Fanciulla, àlzati!». 55 La vita ritornò in lei e si alzò all’istante. Egli ordinò di darle da mangiare. 56 I genitori ne furono sbalorditi, ma egli ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto.
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COMMENTO
“Non è morta, ma dorme” (ver. 52). Lo dice il Signore e non ho motivi per non credergli. La potenza luminosa della sua pasqua opera ormai nella storia dell’umanità e in un certo senso persino nella creazione. Il mio papà e la mia mamma sono nella risurrezione e pregano per me. Questo povero mondo non solo non viene abbandonato da Dio, ma Dio, che in Cristo dona la vita, convoca tutti e tutto nella luce della risurrezione. Noi, poveri discepoli, piccoli e peccatori, siamo da Lui mandati a celebrare in tutti la risurrezione. I nostri cari che ci hanno preceduto sono stati risvegliati. Anche noi ogni giorno facciamo esperienza di questa risurrezione, perché ogni giorno il Signore visita la nostra povera vita mortale e la trasforma nella vita nuova dell’umanità salvata dal suo sacrificio d’amore. Per questo facciamo nostre la parole del Signore, che dice:
«Fanciulla, àlzati!». Lo dirà anche a noi peccatori. Tale è l’amore di Dio, mistero grande e dono infinito. La dottrina cristiana mi ricorda che sono un peccatore che ha compiuto peccati mortali, ma il Signore offre e dona la sua vita affinché anche noi, poveri peccatori, siamo chiamati alla gioiosa vita divina. Non è merito nostro e non è opera nostra. La fede è il dono che ci consente di essere umili peccatori che sanno di non essere capaci di “salvarsi” e proprio per questo sono salvati dall’amore di Dio.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco