18 Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutte queste cose. Chiamati quindi due di loro, Giovanni 19 li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». 20 Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». 21 In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. 22 Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. 23 E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».
Luca 7,18-23

Oggi reincontriamo Giovanni Battista che abbiamo visto rinchiuso in carcere per ordine di Erode in Luca 3,19-20.
In quella situazione di prigionia egli riceve notizie su Gesù dai suoi discepoli.
Questo avvenimento in apparenza modesto è in realtà immagine potente della venuta nel mondo del Figlio di Dio. Giovanni e i suoi discepoli simboleggiano un’attesa che riguarda tutta la storia e tutta la profezia di Israele, e che ha nel Battista il suo ultimo e supremo profeta.
Così, la prigionia di Giovanni simboleggia la prigionia di tutta la creazione e di tutta l’umanità, una prigionia che nella storia di Israele è anche speranza, profezia e attesa!
Per questo è di grande rilievo la domanda che Giovanni pone a Gesù attraverso i suoi discepoli: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?” (vers.19 e 20).
Così Giovanni rappresenta Israele e tutto il Popolo della Prima Alleanza che interpella Gesù!
Noi stessi siamo partecipi quindi di quella situazione e di quella domanda.
Anche noi sempre in attesa di liberazione e di vita nuova! E notate questo! Noi siamo sempre, in certo modo, in questa attesa!
Gesù è sempre da attendere e da accogliere!
Il vangelo è sempre avvenimento e dono. Non è mai possesso.
La domanda del Battista è sempre assolutamente attuale!
La fede non può mai diventare “regime” o “legge” o “regola”!
Erroneamente noi spesso chiamiamo e consideriamo “conversione” un rientro nell’ordine stabilito. Ma la vera conversione è sempre liberazione!
E’ sempre dono e movimento donato dal Signore dalla prigionia alla libertà e alla vita nuova.
Per questo i discepoli di Giovanni, che diventano ascoltatori e testimoni del Cristo, sono da Lui mandati a portare a Giovanni il lieto annuncio del Vangelo che libera e salva.
Che è risurrezione dai morti e Buona Notizia ai poveri!
Che è dono di luce a tutte le nostre cecità!
Ed è beato chi non si scandalizza che la via e il compimento di tutto questo sia lo scandalo della Croce che è supremo evento divino dell’Amore per tutta l’umanità. Per tutta la creazione e per tutta la storia.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Noto gesti particolari di Gesù. A Naim stende la mano e tocca la bara, atto proibito, credo. Ma cosi stabilisce un contatto benefico con il ragazzo. Oggi sembra scortese, non risponde alla domanda dei discepoli di Giovanni, ma continua la sua opera. Risponde con i fatti, che sono guarigione dalle nostre infermità di tutti i tipi. Poi dirà la sua parole illuminante.