46 Perché mi invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico? 47 Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: 48 è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. 49 Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la distruzione di quella casa fu grande».
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COMMENTO
“Fare” la Parola è fare della Parola di Dio la nostra attenzione e la nostra accoglienza privilegiata. Ascoltare la Parola dice dunque la nostra comunione con il Signore: Lui ci parla e noi lo accogliamo. Questa Parola non è un giudizio per condannarci, ma è un giudizio come invito e come dono per la nostra conversione. Noi abbiamo questo dono straordinario, che nella nostra assemblea quotidiana non ci invita solo ad ascoltare una “predica”, ma di porci in comunione tra di noi con l’ascolto, la preghiera e la comunicazione gli uni con gli altri di quello che il Signore nella Parola. Tale ascolto non pretende e non vuole essere l’intera “spiegazione” della Parola, ma semplicemente il passo che ogni giorno il Signore rinnova in noi nell’ascolto di Lui e nell’accoglienza della Parola, ascoltata nell’intimo della nostra vita di peccatori, amati e salvati da Dio. E’ il pane quotidiano che noi gli chiediamo nella preghiera del Padre nostro, che Gesù ci ha regalato. E’ un dono quotidiano e quindi il cibo e la bevanda di salvezza nel cammino verso di Lui. Nella Divina Liturgia di ogni giorno riceviamo il dono sacramentale della Parola, che Egli ci dona e noi ascoltiamo e accogliamo.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco