39 Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? 40 Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Il “titolo” in italiano sul nostro “librino in tre lingue” che con l’espressione “Condizioni dello zelo” apre il cammino dei vers.39-45, mi sembra poco adatto soprattutto al piccolo brano di oggi. Per quanto ci metta tutto lo zelo, un cieco è pur sempre cieco!
Al cieco è chiesta invece la consapevolezza della sua condizione, e quindi la ricerca e la richiesta del dono della luce, per uscire dalle sue tenebre e dal pericolo di condurci qualcun altro.
Peraltro, a poche ore dalla Pasqua del mio fratello e amico Luigi Pedrazzi, devo confessare che la consapevolezza mia e sua di essere ciechi in continua ricerca di luce, una cecità che sempre si ripresenta anche dopo aver ricevuto grandi e luminosi regali, ci ha sempre convinti che la luce non è mai un possesso, ma è sempre un dono!
Un dono da chiedere incessantemente, con la certezza che la “verità” è sempre ”oltre” il cammino già fatto.
A questo bisogna aggiungere il pensiero del grande ricercatore scientifico Vincenzo Balzani quando afferma che ogni “scoperta” è anche l’ulteriore convincimento del dilatarsi di quello che non conosciamo.
Gesù afferma di essere “la luce del mondo” (Giovanni 8,12), e che dunque la luce è il dono di comunione con Lui!
Questo, forse, ci consente di accogliere con gioiosa sorpresa la luminosa Parola del ver.40, che incoraggia il nostro cammino di discepoli dietro a Gesù!
Gesù è l’unico Maestro? Penso di sì, anche se oggi emerge l’ipotesi, e forse anche il doveroso compito, di essere “un discepolo ben preparato”.
Penso a San Francesco d’Assisi e a molti Santi.
Penso con gratitudine anche ad un fratello e Padre come Papa Francesco.
Penso anche a mio papà.
Oggi penso al mio amico e fratello Gigi, verso il quale ho un grande debito di riconoscenza che oggi è preghiera per lui, e per l’accoglienza di lui nel giardino di Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Roberto
il 28 Giugno 2017 alle 08:43
Come il suo maestro. A Gesù piace che siamo discepoli ma anche che siamo come lui. Nei vv. precedenti ci chiedeva di essere somiglianti al Padre, essere come il Padre nella misericordia, nell’amore per tutti. Come fare per essere somiglianti al nostro Maestro? Certamente anche questo è un dono, un regalo di Dio.
Il “titolo” in italiano sul nostro “librino in tre lingue” che con l’espressione “Condizioni dello zelo” apre il cammino dei vers.39-45, mi sembra poco adatto soprattutto al piccolo brano di oggi. Per quanto ci metta tutto lo zelo, un cieco è pur sempre cieco!
Al cieco è chiesta invece la consapevolezza della sua condizione, e quindi la ricerca e la richiesta del dono della luce, per uscire dalle sue tenebre e dal pericolo di condurci qualcun altro.
Peraltro, a poche ore dalla Pasqua del mio fratello e amico Luigi Pedrazzi, devo confessare che la consapevolezza mia e sua di essere ciechi in continua ricerca di luce, una cecità che sempre si ripresenta anche dopo aver ricevuto grandi e luminosi regali, ci ha sempre convinti che la luce non è mai un possesso, ma è sempre un dono!
Un dono da chiedere incessantemente, con la certezza che la “verità” è sempre ”oltre” il cammino già fatto.
A questo bisogna aggiungere il pensiero del grande ricercatore scientifico Vincenzo Balzani quando afferma che ogni “scoperta” è anche l’ulteriore convincimento del dilatarsi di quello che non conosciamo.
Gesù afferma di essere “la luce del mondo” (Giovanni 8,12), e che dunque la luce è il dono di comunione con Lui!
Questo, forse, ci consente di accogliere con gioiosa sorpresa la luminosa Parola del ver.40, che incoraggia il nostro cammino di discepoli dietro a Gesù!
Gesù è l’unico Maestro? Penso di sì, anche se oggi emerge l’ipotesi, e forse anche il doveroso compito, di essere “un discepolo ben preparato”.
Penso a San Francesco d’Assisi e a molti Santi.
Penso con gratitudine anche ad un fratello e Padre come Papa Francesco.
Penso anche a mio papà.
Oggi penso al mio amico e fratello Gigi, verso il quale ho un grande debito di riconoscenza che oggi è preghiera per lui, e per l’accoglienza di lui nel giardino di Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Come il suo maestro. A Gesù piace che siamo discepoli ma anche che siamo come lui. Nei vv. precedenti ci chiedeva di essere somiglianti al Padre, essere come il Padre nella misericordia, nell’amore per tutti. Come fare per essere somiglianti al nostro Maestro? Certamente anche questo è un dono, un regalo di Dio.