36 C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37 era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38 Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. 39 Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40 Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
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Mi pare di notevole rilievo che in una cultura tanto antica ci sia un rilievo così forte della presenza femminile nella fede e nella storia di Israele.
Anna si presenta con un’autorevolezza non inferiore a quella di Simeone, e anzi con una specificità che la colloca esplicitamente nella preghiera del tempio (ver.37).
Anche la memoria della sua lunga vita ci viene offerta con annotazioni che vale la pena sottolineare.
La traduzione italiana non coglie la continuità del suo matrimonio con la sua condizione precedente” Alla lettera, dice che “aveva vissuto con il marito sette anni (dove il numero sette ha la sua specificità preziosa!) dalla sua verginità (che ancora sottolinea una condizione preziosa della vita!)”.
Ora ha ottanta quattro anni, che è sette moltiplicato per dodici, e anche questo è un numero significativo!
Sembra che il tempio sia la sua vera casa (ver.37), dove serve Dio giorno e notte (anche se le note delle bibbie osservano che di per sé non era permesso alle donne stare nel tempio di notte!) con digiuni e preghiere.
Anche lei, come Simeone, ma forse per un altro itinerario di comprensione, riconosce il mistero del Bambino e ne parla “a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme”, che è richiamo ai tempi messianici attesi dalla profezia di Israele!
A contrasto di tutta questa grandezza, la piccola famiglia che ha “adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore” ritorna alla piccola Nazaret di Galilea dove, come segretamente, “il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui”! (ver.40).
Dio è veramente entrato nella storia del suo Popolo e di tutta l’umanità nel suo farsi piccolo nel bambino Gesù!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.