13 Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, 14 disse loro: «Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; 15 e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. 16 Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà».
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COMMENTO Lc 23,6-16
Trattiamo insieme il testo di ieri e di oggi. Il Signore, nel suo cammino di Passione, incontra due mondi: quello laico, rappresentato qui da Erode e quello religioso, rappresentato dai sommi sacerdoti e gli scribi.
L’incontro di Erode con il Signore non porta ad alcuna novità, perché Gesù non reagisce alle richieste del re e non risponde alle sue domande. Nasce un’amicizia tra Erode e Pilato, che evidenzia il limite della loro conoscenza di Gesù e su questa estraneità, che entrambi portano, diventano “amici tra loro: prima infatti tra loro vi era stata inimicizia”.
Pilato rappresenta il potere politico mondano pagano: malvolentieri egli deve occuparsi di questo processo e attenendosi al diritto romano ritiene Gesù innocente e tenta di liberarsi del problema, per ora con una “punizione”, per poi lasciarlo andare.
Gesù si qualifica così sempre di più come la vittima “innocente”, pronta per il sacrificio.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Francesco e Giovanni