7 Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la Pasqua. 8 Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: «Andate a preparare per noi, perché possiamo mangiare la Pasqua». 9 Gli chiesero: «Dove vuoi che prepariamo?». 10 Ed egli rispose loro: «Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d’acqua; seguitelo nella casa in cui entrerà. 11 Direte al padrone di casa: “Il Maestro ti dice: Dov’è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. 12 Egli vi mostrerà al piano superiore una sala, grande e arredata; lì preparate». 13 Essi andarono e trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
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Celebriamo oggi il grande incontro tra la Pasqua da secoli celebrata dal Popolo della Prima Alleanza e il suo adempimento nella Pasqua di Gesù!
Questo mi sembra il significato profondo della Parola che oggi riceviamo dalla bontà di Dio!
Ed è Gesù a guidare i due discepoli in questa “preparazione”!
La preparazione di oggi è adempimento di una “preparazione” iniziata nella notte della schiavitù egiziana, custodita nei secoli con una celebrazione che ha accompagnato tutto il cammino del Popolo eletto come profezia, e ora finalmente compiuta!
La meticolosa e appassionata “preparazione” pasquale dei padri ebrei ora giunge alla sua pienezza!
Dunque, le indicazioni che i due discepoli ricevono dal Signore diventano il simbolo di un cammino che nella fedeltà dei padri ebrei ha portato fino a questa Pasqua. Possiamo sottolineare anche la portata del termine “immolare” la Pasqua che indica l’Agnello Pasquale come figura del Cristo!
E anche questa casa, il suo padrone e anche l’umile servo portatore di acqua, tutto ora acquista la fisionomia profonda della fedeltà di Israele e dunque il suo posto e ruolo privilegiato nel cammino di tutta l’umanità verso la salvezza!
C’è in tutto questo una specie di “armonia liturgica” che a noi dice la fondamentale fedeltà di Israele, pur tra tante alterne e spesso drammatiche vicende!
Tutti i popoli della terra, nella nostra preghiera di oggi, si riconoscono debitori di questa secolare “preparazione” di Israele!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Era il momento di “immolare la Pasqua”: il greco dice “uccidere la pasqua”, cioè l’agnello pasquale. Da notare che non si tratta – almeno, io credo – dell’agnello dei sacrifici, ma dell’agnello della cena dell’esodo dall’Egitto: il cibo condiviso da tutta la famiglia che avrebbe dato forza per il difficile cammino. – E’ bello vedere Gesù che si occupa della preparazione della cena: la sala e – possiamo immaginare – il pane, il vino… Come tutti noi, quando prepariamo un pranzo con invitati e bisogna pulire la casa, comprare il cibo, pensare al vino… Preparare richiede impegno, anche fatica; poi viene il piacere di stare a tavola con amici, parenti, a gustare e conversare. Così Gesù: avrà provato la gioia di “mangiare la Pasqua” con i suoi cari, i suoi discepoli, ai quali sta per fare un regalo straordinario…