6 Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7 Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. 8 Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. 9 Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».
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COMMENTO Lc 13,1-9
E’ molto interessante domandarsi il significato profondo di quel “convertirsi”, presente al ver. 3 e 5 del nostro testo. Che cosa significa “perire senza convertirsi”? Sembra che l’appello in Gesù porti ancora una volta alla nostra comunione con Lui. Possiamo trovare di questo un ampio significato ricordando che per il Signore “perire” non è “morire”, ma “dare la vita”. Non bisogna morire, ma bisogna appunto “dare la vita”, “offrire la vita”. Solo così la morte è evento fecondo, che annuncia compiutamente il mistero di salvezza del Figlio di Dio e d è quindi suprema testimonianza di Lui.
L’ipotesi dell’albero che non porta frutti indica chiaramente quella fecondità della vita che è “sacrificio d’amore” e quindi pienezza dell’amore di Dio. Tale è la vocazione profonda di ogni esistenza cristiana.
La testimonianza e l’annuncio cristiano sono l’evento della misericordia di Dio, che ci concede il tempo di cogliere il rinvio del giudizio di Dio.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Francesco e Giovanni