20 Venne poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; 21 avevo paura di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. 22 Gli rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: 23 perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”. 24 Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela a colui che ne ha dieci”. 25 Gli risposero: “Signore, ne ha già dieci!”. 26 “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. 27 E quei miei nemici, che non volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”».
Omelia di d. Francesco Scimè, nella festa di S. patrono della parrocchia di Sammartini
COMMENTO
Mi sembra che i doni che riceviamo dal Signore diventino anche la nostra responsabilità di fronte a Lui. Il giudizio divino riguarderà dunque l’impegno e l’uso dei doni che da Lui abbiamo ricevuto: fondamentalmente, il dono della carità, il dono dell’amore.
La moneta “riposta in un fazzoletto” dice severamente la non vera accoglienza del dono di Dio, che appunto è anche la nostra responsabilità. Così, il dono di Dio diventa anche il giudizio divino sulla nostra vita.
E’ interessante e affascinante che non saremo giudicati per la nostra povera persona, ma lo saremo sull’accoglienza e sull’uso che avremo fatto dei doni di Dio. Questo ci consente di vedere come appunto non saremo giudicati nell’orizzonte della nostra piccola vita, ma rispetto al dono straordinario che da Lui abbiamo ricevuto.
Questo è molto interessante, anche perché evita l’ipotesi di un giudizio e di una misura uguale per tutti.
Tale considerazione è preziosa, perché esige da ognuno di noi la sapienza e l’umiltà verso ogni persona e ogni avvenimento.
Resta quindi evidente e primaria la responsabilità che ognuno ha nei confronti di se stesso: tanto ho ricevuto dal Signore, tale diventa la mia risposta. Questo è prezioso perché ci mette in guardia nei confronti di ogni nostro giudizio sugli altri.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni, con Francesco