35 Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. 36 Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. 37 Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». 38 Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». 39 Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 40 Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: 41 «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». 42 E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». 43 Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.
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COMMENTO Lc, 31-43
I ver. 31-33 sono una preziosa memoria della dimensione profetica di tutte le Scritture ebraiche e cristiane. Si potrebbe persino arrivare a dire che tutta la Scrittura, tutta la Bibbia, è profezia, qualunque sia il genere letterario di ogni testo biblico. La profezia, infatti, è la Parola che viene donata ad ogni persona e ad ogni comunità ed è sempre “rivelazione”. Per la nostra fede, il rapporto con la Parola è sempre evento di rivelazione, che dunque esige di essere accolta e vissuta, sia da ogni singola persona, sia dalla comunità credente. Ma bisogna dire che essa è offerta al non credente e a tutti. La Parola è sempre rivelazione e annuncio per ogni persona e per tutti i tempi. Il nostro brano è molto interessante anche nell’affermazione di una non comprensione di coloro che ascoltano: la profezia, infatti, è sempre dono del Signore ed è dono non solo perché è donata, ma anche se e perché è accolta. Per noi cristiani il protagonista e l’oggetto della Parola è il Figlio di Dio, che nel nostro brano viene chiamato anche “Figlio dell’uomo”. La comprensione della profezia è sempre grazia del Signore e accoglienza umile.
Il ver. 34 ci ricorda che la Parola rivelata può rimanere non compresa e oscura.
Possiamo ritenere che l’episodio raccontato ai ver. 35-43 rappresenti bene il “viaggio” e l’accoglienza della Parola di Dio. E’ interessante che oggi il protagonista sia un cieco: il cieco non vede, ma può ricevere la grazia di ascoltare.
Il nostro cieco chiede alla gente intorno che cosa stia accadendo: “ Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!»”. A questo annuncio il cieco reagisce con un grido: “«Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!»”.
Gesù chiede che glielo conducano e alla domanda di Gesù «Che cosa vuoi che io faccia per te?» egli dice e ancora più fortemente ripete: “«Signore, che io veda di nuovo!»”. Nella nostra preghiera di commento noi non siamo stati contenti di quel “di nuovo”, che non ci sembra sia giustificabile. E quindi non ci è piaciuta la conferma del ver. 41 posta sulle labbra di Gesù. A noi sembra che quell’uomo cominci a vedere uscendo dalle sue tenebre. Il miracolo è proprio un miracolo, più che una terapia o un paio di lenti: quell’uomo incomincia a vedere con gli occhi di Gesù e si incammina con Lui verso Gerusalemme.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco