31 Poi prese con sé i Dodici e disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme, e si compirà tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo: 32 verrà infatti consegnato ai pagani, verrà deriso e insultato, lo copriranno di sputi 33 e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà». 34 Ma quelli non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.
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Questo terzo annuncio della Passione mi sembra fortemente connesso a quello che abbiamo ascoltato nei giorni precedenti!
Infatti, in modo mirabile Gesù rivela ai suoi discepoli come le indicazioni da Lui date siano la via per seguirlo fino alla sua Pasqua, e quindi per entrare nella via della nuova vita!
E’ discepolo, infatti, chi segue Gesù nella sua obbedienza al Padre, fino alla Pasqua!
Per questo, mi sembra affascinante quel “noi saliamo …” del ver.31che coinvolge i discepoli nel suo cammino!
Il Signore porta con Sé e conduce i suoi fino alla sua Pasqua di morte e di risurrezione.
Per questo Egli annuncia quello che gli accadrà come “scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo”.
“Ma quelli non compresero nulla di tutto questo” e “quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che Egli aveva detto” (ver.34).
In fondo, sia pure con tutte le sue differenze, la fatica e il rifiuto del “notabile ricco” dei vers.18-23 si ripropone ora!
E si conferma in ogni modo per loro come quell’ “impossibile agli uomini” che “è possibile a Dio” (ver.27)!
I discepoli dovranno entrare in tutto il dramma della morte del Signore per entrare nel dono della vita nuova per la sua risurrezione.
Solo allora potranno capire che la morte è l’offerta della vita, e quindi è celebrazione della pienezza dell’Amore, e fonte della vita nuova!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Le parole di Gesù sono ben chiare. Come mai i Dodici non capiscono “nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro”? L’oscurità – come sappiamo – deriva in gran parte dal fatto che essi si aspettano un Messia regale e forte, il “figlio di David”, e non il Figlio dell’uomo, servo del Signore e sofferente. Noi non abbiamo questo condizionamento…, eppure anche noi accogliamo con fatica, con riluttanza l’annuncio della umiliazione e della passione. Però, non dobbiamo aver paura: non dobbiamo ripetere quello che Egli ha vissuto per noi; ci è chiesto solo di seguirlo nel dono della vita, giorno dopo giorno, a quelli che ci stanno attorno e poi nell’atto finale, il momento della morte e della risurrezione.