15 Gli presentavano anche i bambini piccoli perché li toccasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano. 16 Allora Gesù li chiamò a sé e disse: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio. 17 In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come l’accoglie un bambino, non entrerà in esso».
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COMMENTO
I bambini che oggi incontriamo in questo brano evangelico hanno un significativo rapporto con ciò che si può offrire al Signore (“presentare” è normalmente “offrire”, ver. 15).
Al ver. 16 Gesù reagisce al rimprovero dei discepoli chiedendo che i bambini possano recarsi da Lui: più che un loro dovere sembra essere un loro diritto; “a chi è come loro, infatti, appartiene il regno di Dio”. In realtà il testo originale non dice una “appartenenza” o un possesso, ma piuttosto un segno prezioso della loro relazione profonda con il Signore.
Questo è radicalmente affermato al ver. 17: “In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come l’accoglie un bambino, non entrerà in esso”. Essere piccoli come bambini è la condizione per “accogliere” il Regno e per entrarvi. La piccolezza dei bambini esige la piccolezza dei “grandi”. Ancora una volta il Regno di Dio non può essere conquistato o meritato, ma è un dono da accogliere.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco